È indagato a Marsala, in provincia di Trapani, per detenzione di materiale pedopornografico il prete Nicolò Genna, parroco della Chiesa dell’Addolorata.
L’uomo è stato accusato da una denuncia anonima e confidenziale poche settimane fa; le autorità hanno prontamente effettuato delle indagini, facendo sopralluoghi sia nell’abitazione che nei locali della chiesa del parroco. Nulla di incriminante è stato però trovato fino ad ora, a ribadirlo è il legale di Genna, Stefano Pellegrino, che ha dichiarato:
“La perquisizione, però non ha dato alcun esito. Non sono state trovate né foto di minori, né di nudi. Ritengo, perciò, che si vada verso l’archiviazione. Alla base dell’indagine ci sarebbe un’informazione confidenziale”.
Insomma la denuncia potrebbe essere stata anche priva di fondamenti e non si sono avuti riscontri effettivi durante le indagini, non è scattato per tanto alcun arresto. Ci sono state però delle ripercussioni sul parroco e la chiesa, di fatti, l’indagine ha scatenato un polverone e svariate voci a Marsala, costringendo Genna, molto noto nella zona, a richiedere le dimissioni dal suo ruolo, accordategli dal vescovo Mogavero, che ha nominato in sostituzione un amminastratore parrocchiale.
La questione dei preti pedofili lascia sempre un certo sconcerto, non solo per il fatto in sé che è già riprovevole di suo, ma anche per il fatto che a metterlo in atto siano delle persone che hanno fatto un giuramento sacro di castità, che quando viene meno, con atti come questi, mostra non solo un volto umano avido e mirato ad atti libidinosi, ma anche una dissacrazione verso qualcosa che è ritenuto sacro, divino; forse è proprio per questo che notizie simili lasciano un effetto di ribrezzo, uno scandalo ancor più profondo del solito, perché mostra due diversi aspetti di questi mostri: la perversione e l’empietà.