La guerra di camorra in corso per il controllo delle piazze di spaccio non conosce tregua né sosta. Teatro dell’agguato è Vico delle Nocelle, strada che serpeggia tra Materdei e Salvator Rosa, poco distante dal Rione Sanità.
Due pregiudicati sono stati uccisi ed un terzo ferito: questo il bollettino di guerra dell’agguato avvenuto nel pomeriggio.
Le vittime sono Ciro Marfè, di venticinque anni, e Salvatore Esposito, di trentadue. Il ferito, Pasquale Amodio di 43 anni, colpito alla schiena, è stato trasportato all’ospedale Vecchio Pellegrini.
Ancora una volta, si spara in pieno giorno, sprezzanti del pericolo e dell’oggettiva possibilità di mietere vittime innocenti.
Secondo gli investigatori, le due vittime e il ferito, tutti già noti alle forze dell’ordine, sono elementi di spicco della criminalità organizzata, con ruoli di rilievo nei clan della zona.
L’attenzione degli investigatori sembrerebbe focalizzarsi sulle attività del clan camorristico dei Sequino, stando alle prime indiscrezioni, in verità, l’obiettivo dell’agguato risulta Salvatore Esposito che, a dispetto dei suoi 32 anni è stimato essere il boss del Cavone. Esposito era una delle figure più esposte nella guerra di successione al clan Lepre per il controllo delle piazze di spaccio di quella porzione del centro storico.
Raggiunto da otto colpi d’arma da fuoco, mentre viaggiava in sella ad uno scooter in compagnia di Marfè – anch’egli già noto alle forze dell’ordine – il 32enne ha perso la vita dopo il trasporto d’urgenza al Cardarelli, mentre il 25enne è morto sul colpo e il suo cadavere è stato ritrovato accanto allo scooter crivellato di colpi.
La dinamica è quella “classica” dell’agguato di matrice camorristica: Esposito e Marfé viaggiavano in sella allo stesso scooter, quando sono sopraggiunti i killer che hanno esploso la sventagliata di colpi contro i due. Il mezzo delle due vittime è schiantato contro il muro. Amodio invece è stato colpito alla fine del vico, quasi in via Salvator Rosa. A condurlo in ospedale probabilmente è stato un conoscente.
Proprio ieri la Dia, nel suo rapporto semestrale, aveva segnalato la recrudescenza degli scontri tra bande rivali.
“Tra le vittime – si legge nella nota- figurano anche giovani estranei alle logiche criminali, coinvolti nelle faide per meri legami di parentela o per essersi trovati casualmente sui luoghi degli agguati”.
I due uomini uccisi, secondo gli inquirenti a capo delle indagini, avrebbero ruoli di rilievo nella geografia dei clan della zona.
Una faida che incalza e si fa sempre più rovente. E non per effetto del clima estivo.