L’Islam varca la soglia delle chiese italiane. Un gesto potentissimo, che giunge nell’ultima domenica di un luglio di sangue e dopo l’attentato in chiesa di Rouen. Da Milano a Roma, Firenze, Napoli, Torino, Palermo, Catania, Bari, imam e credenti musulmani – più di 15mila secondo Foad Aodi, presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai) – pregano a messa insieme ai cristiani di fede cattolica e non mancano messaggi di pace e comunione, abbracci e momenti di grande commozione.
La Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana, aveva rilanciato l’appello dei musulmani francesi, raccogliendo in risposta anche qualche distinguo. Il portavoce della Grande Moschea di Roma si era detto in disaccordo con l’iniziativa, temendone “il tono spettacolare”. Posizione criticata da Foad Aodi, che oggi all’Agi esprime il suo “rammarico per la mancata unità di tutti i musulmani nella partecipazione alla preghiera con i cristiani oggi nelle chiese. Credo la Grande Moschea di Roma oggi abbia perso un’occasione. Non so a nome di chi abbia parlato il suo portavoce. La Grande Moschea è di tutti i musulmani”.
Per contro, a Roma risalta la presenza di tre imam alla messa a Santa Maria in Trastevere. La delegazione, seduta in prima fila, è composta da Mohammed ben Mohammed, imam delle Moschea di via dei Frassini a Centocelle e rappresentante dell’Ucoii, Sami Salem, imam della sala di preghiera della Magliana, Mohammed Hassan Abdelghaffar, imam della sala di preghiera di via Candia.
Dall’altare, uno dei religiosi legge il messaggio: “Qui siamo a casa. Siamo venuti qui per dire che siamo fratelli. Il terrorismo non appartiene a nessuna religione, è nemico di tutti noi. E’ importante testimoniare la nostra unità, il terrorismo è un pericolo globale e dobbiamo unirci per affrontarlo. Se il terrorismo riesce a dividerci ha vinto”.
A Milano alcuni membri della Coreis partecipano alla messa nella parrocchia di Santa Maria in Caravaggio, dove sono accolti dal parroco e da un messaggio di saluto del cardinale Angelo Scola, che oggi non è in città. Presenti tre imam: Muhyiddin Bottiglioni, Abd al-Hakim Carrara, Abd as-Sabur Turrini, con Asfa Mamohoud della casa della cultura islamica di via Padova. “Non sono le religioni a scontrarsi”, il loro messaggio. Non è la prima volta a Milano: era già successo dopo l’attentato al Bataclan di Parigi del 13 novembre.
A Napoli una delegazione della Confederazione islamica campana e Abdullah Cozzolino, segretario generale della Confederazione islamica italiana, sono stati alla messa del mattino nella Cappella del Tesoro di San Gennaro in Duomo, accolta dal Vescovo ausiliario, monsignore Gennaro Acampa. “Il nostro dialogo – dice Cozzolino parlando dall’altare – con la comunità e i nostri fratelli cattolici proseguirà, ma da oggi deve proseguire in modo più intenso. C’é bisogno di più dialogo, di più affermazione di valori comuni che sono i valori di pace, di solidarietà, di amore, per rispetto del nostro unico Dio, misericordioso e compassionevole”.
A Torino una delegazione di fedeli islamici in rappresentanza di due moschee ha partecipato alla celebrazione nel Santuario della Consolata officiata da don Gian Luca Carrega. Il messaggio “di pace e solidarietà” viene pronunciato da Brahim Baya, portavoce dell’Associazione Islamica delle Alpi, al termine della messa: “L’uccisione di padre Jacques Hamel è un selvaggio crimine in netta opposizione a tutti gli insegnamenti dell’Islam. Siamo qui oggi per riaffermare con più forza la vicinanza e l’affetto che lega la comunità credente musulmana alla comunità credente cristiana e per ripudiare ogni violenza nel nome di Dio. Per il Corano e per gli insegnamenti del Profeta, ogni violenza in nome di Dio è una violenza contro Dio, una bestemmia contro Dio il Misericordioso, il Compassionevole. Siamo qui per tagliare la strada a chiunque cerchi di spingerci verso lo scontro e la guerra totale. A chi cerca di seminare discordia, odio e morte tra gli uomini rispondiamo con gli insegnamenti più autentici delle nostre fedi che sono l’amore, la misericordia e il perdono”.
Particolarmente toccante e significativo l’abbraccio tra musulmani e cattolici a San Michele Mondovi, il paese dove abita la coppia ferita gravemente nell’attentato a Nizza.
Per la messa nel Duomo di Santa Maria del Fiore, a Firenze, la delegazione è stata guidata dall’imam e presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir, presente con la sua famiglia per portare così un messaggio di “solidarietà, unità e condivisione”, dopo l’attentato di Rouen. L’imam e la delegazione sono accolti da alcuni sacerdoti e fatti accomodare in prima fila nell’ottagono sotto la cupola del Brunelleschi, dove monsignor Dante Carolla celebra la messa di mezzogiorno.
A Bari musulmani e cattolici pregano insieme nella cattedrale di San Sabino, dove assieme alla Bibbia vengono letti versetti del Corano, in italiano e in arabo. Li commenta l’imam Sharif Lorenzini, vicepresidente pugliese della Comunità islamica d’Italia, avendo accanto il parroco, don Franco Lanzolla. “La fede, qualunque fede, impone la pace non la guerra. Siamo tutti uguali, non importa il colore della pelle o il luogo dove siamo nati. Nessuna fede fomenta l’odio e provoca la morte. L’Islam condanna il terrorismo: il suo nome deriva da Salam, pace, e chi dice il contrario sta solo strumentalizzando”.
Commozione a Genova durante lo scambio del segno della pace tra cristiani e musulmani nella cattedrale di San Lorenzo. Quando la liturgia arriva a quel momento, i fedeli cristiani si portano alla prima panca della navata centrale dove sono i musulmani e stringono le loro mani. Alfredo Maiolese, presidente della Lega dei Musulmani europei, non trattiene le lacrime e alla fine della celebrazione confessa: “Mi sono commosso nel vedere tanta accoglienza e vicinanza”.