Il Positano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello, la rassegna diretta da Gerardo D’Andrea che “offre uno sguardo sulla drammaturgia contemporanea, italiana e straniera” quest’anno celebra la sua tredicesima edizione con i suoi 13 giorni di rappresentazioni per 14 occasioni di teatro. Martedì 26 luglio alle 18,00, come è ormai tradizione, si alza il sipario sulle strade del centro cittadino, con il Carrello dei comici, uno dei carrelli, messo a disposizione dalla società dei porter di Positano, che porterà in giro l’attore e cantante Mario Zinno che dedicherà al Festival “FREE FREE. TUTTE ’E SERE FREE”, testo scritto per l’occasione da Massimo Andrei. Un banditore si rivolge ai suoi astanti (francesi, inglesi, cinesi russi… e così via) per un invito ed una riflessione sull’arte del teatro. L’attore sarà accompagnato dal gruppo popolare Positano Senza Tiempo, musicisti e danzatrici in costumi tipici diretti da Luigi Staiano e Giulia Talamo.
In serata, alle ore 21,00, sul sagrato della Chiesa Madre, l’inaugurazione ufficiale del Festival con uno spettacolo di grande rilevanza artistica e sociale: “LAMPEDUSA BEACH”, il primo dei tre testi che compongono la Trilogia del naufragio di Lina Prosa, una poetica interpretazione del dramma dei migranti, che ha debuttato alla Comédie-Française di Parigi, con protagonista Elisa Lucarelli. I costumi sono di Mela Dell’Erba, la produzione del Teatro Biondo Stabile di Palermo. Scritto nel 2003 è stato prodotto e messo in scena nel 2013, a Parigi, dalla Comèdie-Française. Il Teatro Biondo ha recentemente prodotto l’intera Trilogia per la regia della stessa autrice. Si tratta di un intenso monologo sull’emigrazione clandestina, la testimonianza di Shauba, una giovane africana naufragata al largo di Lampedusa. Inghiottita dal mare, racconta la sua esperienza: il sogno di una vita migliore, l’ingiustizia del mondo, ma anche il suo rapporto primordiale con l’acqua, con la sua identità mediterranea. “Il tempo della discesa del corpo negli abissi coincide con il tempo della scrittura”, spiega Lina Prosa. “La parola annegata di Shauba dà vita a un’odissea sott’acqua in cui la fine, l’arrivo al fondo, è un respiro lungo elevato a racconto”.
“Le cronache purtroppo raccontano ancora abbondantemente le vicende tragiche del fenomeno migratorio dei popoli del Mediterraneo verso l’Europa, ma qui, è la parola poetica a creare altre vie di conoscenza capaci di superare le frontiere della realtà. L’esperienza del “naufragio” si fa metafora del presente, ripropone i grandi interrogativi del destino umano al di là delle discriminazioni, delle divisioni, degli scontri culturali e sociali. Lo spettacolo propone una esperienza di trasformazione, di rovesciamento della condizione di partenza. Se no a che serve il teatro? A che serve un rito così antico e radicato nella memoria di tutti i tempi? Il naufragio di Shauba è provocato dagli stessi scafisti in lotta tra di loro per conquistare il primato della violenza. Il mare è innocente. In questo naufragio che chiamo “verticale verso il basso”, Shauba non è più l’emigrante ma la protagonista di un’odissea sott’acqua, fatta di memorie personali, di convivenza con i pesci, esperienze fisiche straordinarie. Apprende dal Mediterraneo come diventare una creatura mitica, allo stesso modo degli eroi sulle rotte del viaggio di Ulisse. Nell’andamento drammaturgico della discesa ineluttabile anche l’attrice è sola. E’ la solitudine liquida del naufrago, da cui siamo partite io ed Elisa Lucarelli, per stare dentro al destino di Shauba. Lampedusa Beach è una esperienza da vivere e non da assistere. Per questo ho scelto la non identificazione tradizionale tra l’attrice e Shauba. Qui a Positano il pubblico non vedrà l’allestimento originale. Ma un allestimento ugualmente stimolante. In questo spazio mitico di Positano, ci sarà un’ulteriore occasione di verifica scenica e di “accoglienza” della parola poetica.”