L’INPS agevola i futuri coniugi con il bonus matrimonio 2016. L’assegno di congedo matrimoniale è un’agevolazione che spetta però a chi è in possesso di specifici requisiti.
L’agevolazione viene conferita naturalmente a chi presenterà apposita domanda all’Istituto. Rivolta alle neofamiglie, l’assegno matrimoniale INPS spetta ad operai, apprendisti, lavoratori a domicilio, marittimi di bassa forza, dipendenti da aziende industriali, artigiane, cooperative, che si sposano con matrimonio civile o concordatario. I richiedenti possono far valere un contratto di lavoro stipulato da almeno 1 settimana e possono ricorrervi se sono assenti da lavoro da non più di 30 giorni dal giorno in cui si sono celebrate le nozze. Il bonus matrimonio è riservato anche ai disoccupati che dimostrano di aver lavorato nei 90 giorni prima del matrimonio, almeno 15 giorni alle dipendenze delle aziende sopra elencate.
Per fruire dell’assegno, non basta la celebrazione del matrimonio religioso; il diritto a ricevere un successivo assegno si ha solo se vedovi o divorziati.
Concretamente, ad operai e apprendisti spettano 7 giorni di retribuzione, mentre ai lavoratori a domicilio 7 giornate di guadagno medio giornaliero; ai marittimi 8 giornate di salario medio giornaliero e ai part-timers verticali un importo calcolato tenendo conto dei giorni di lavoro previsti in contratto. Il pagamento viene elargito dal datore di lavoro o direttamente dall’Inps per i disoccupati.
I lavoratori possono avanzare richiesta dell’assegno matrimoniale entro 60 giorni dalla celebrazione delle nozze, mentre i disoccupati entro un anno. I primi dovranno allegare il certificato di matrimonio, lo stato di famiglia o una dichiarazione sostitutiva di certificazione dalla quale risultino lo stato di coniugato e gli estremi del matrimonio. I disoccupati dovranno invece presentare una dichiarazione sostitutiva di certificazione che attesti lo stato di disoccupazione alla data delle nozze, oltre che una dichiarazione sostitutiva con la quale si comunica di essere stati parte di un rapporto lavorativo per almeno 15 dei 90 giorni antecedenti il matrimonio e la copia dell’ultima busta paga.