«La battaglia avviata mesi fa dell’Ordine dei Medici di Napoli sta diventando una battaglia comune per la salute e la cancellazione delle diseguaglianze. La scelta della FNOMCeO mi conforta e mi rafforza nella convinzione che questa sia la strada giusta da percorrere». Le parole del presidente dei camici bianchi partenopei Silvestro Scotti si riferiscono all’approvazione da parte della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici) di un ordine del giorno volto a eliminare le diseguaglianze di salute, create da un’iniqua distribuzione delle risorse che penalizza in particolar modo le regioni del Sud. Ordine del giorno con il quale si è dato mandato al presidente e al Comitato Centrale di “sollecitare il Governo e le Regioni a rivedere i criteri e i meccanismi di distribuzione delle risorse sull’intero territorio nazionale per garantire il diritto alla Salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione”.
«La Campania – ricorda Scotti – è tra le regioni maggiormente penalizzate perché oggi i fondi si attribuiscono sulla base dell’età media della popolazione. Una popolazione giovane ha bisogno di meno risorse solo se è una popolazione sana, non vorrei che noi fossimo più giovani perché moriamo prima».
Basta guardare alle 590 pagine del rapporto Osservasalute 2015 per notare come i cittadini della Campania abbiano oggi un’aspettativa di quattro anni in meno di vita rispetto a chi vive nelle Marche o in Trentino. Lo stesso rapporto evidenzia che il sistema sanitario italiano è uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, ma solo per una parte della popolazione. Parlano di diseguaglianza anche i dati sulla spesa pro capite: la più alta in Molise (2.226 euro) mentre la più bassa in Campania (1.689).
«Come presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli ho sentito il dovere da tempo di lanciare un messaggio d’allarme, anche con campagne informative di particolare effetto. La linea della federazione nazionale mi conforta nelle mie scelte. Una battaglia per l’uguaglianza che certamente troverà il consenso e il sostegno della politica regionale». E sin d’ora l’Ordine dei Medici annuncia una nuova campagna shock per settembre, perché «il diritto alla salute riguarda tutti i cittadini. Ed anzi dev’essere un imperativo in quelle regioni nelle quali il disagio socio economico è più evidente. Il governo ha la responsabilità d fare in modo che il diritto costituzionalmente garantito alla salute venga rispettato. Nell’articolo 32 si parla di universalità ed equità vengano, principi che di fatto dovrebbero essere garantiti da criteri di riparto che oggi invece appaiono punitivi per regioni come la nostra».