L’attentato di Nizza ha gettato per l’ennesima volta un’ombra nel cuore dei francesi e del mondo, spettatori impotenti di fronte ad un attacco improvviso e letale per decine e decine di persone, vittime sacrificate all’altare di chissà quale dio o idea.
Ma quale uomo ha compiuto un atto così efferato, sospendendo per due ore quella parte dell’anima umana chiamata Pietà?
Mohamed Lahouaiej Bouhlel, ecco il nome dell’uomo che ha strappato al mondo 84 persone, investendole a bordo di un camion bianco sulla Promenade des Anglais. Un camion bianco, bianco come dovrebbe essere il colore della purezza e dell’innocenza, ma che è invece ora il bianco che ha portato terrore e morte per le strade di Nizza.
Bouhlel era un tunisino di 31 anni, nato nella cittadina di Msaken, poco distante da Sousse. Secondo le indagini si sarebbe spostato in Francia nel 2011 come immigrato, ottenendo poi il permesso di soggiorno grazie al matrimonio contratto con una donna franco-tunisina di Nizza con cui ha avuto tre figli.
Bouhlel viveva negli ultimi tempi da solo, in un appartemento nell’area di Abattoirs, nella zona settentrionale di Nizza. Da quando era iniziata la procedura per il divorzio dalla moglie, l’uomo era caduto in depressione, non aveva più contatti con nessuno e non parlava nemmeno ai vicini, che lo ricordano come una persona “chiusa”, “triste” e “solitaria”, a questo ritratto di una persona dal comportamento introverso e instabile, si aggiungono anche i problemi di natura economica che ultimamente lo affligevano.
Sul versante religioso non sembra che Bouhlel fosse un accanito praticante, anzi secondo le dichiarazioni del cugino Walid Hamou sembra che il lato spiritualistico fosse estremamente marginale nella sua vita:
“Bouhlel non era religioso, non andava in moschea, non pregava, non osservava il Ramadam. Beveva alcol, mangiava carne di maiale e faceva uso di droghe. Tutto questo è proibito nell’Islam”
Una dichiarazione simile ha rilasciato anche il fratello dell’attentatore:
“Siamo depressi, nessuno dalla famiglia crede ai resoconti dei media. Mohamed non avrebbe potuto commetterlo. Non ha mai pregato, non è mai stato religioso e non ha mai praticato rituali religiosi. Non credo che lui abbia avuto motivi religiosi o estremisti”
Secondo i parenti sarebbe quindi da escludere la pista del terrorismo e considerare l’accaduto come l’effetto devastante di un uomo sull’orlo del baratro che avrebbe perso la testa e avrebbe deciso di fare una strage. D’altro avviso sono invece il premier Manuel Valls che afferma:
“È un terrorista indubbiamente legato all’Islam radicale”
e il procuratore Francois Molins:
“L’attentato di Nizza corrisponde esattamente agli appelli di omicidio delle organizzazioni terroristiche islamiche diffuse sulle loro riviste”
Proseguono intanto le indagini su Mohamed Lahouaiej Bouhlel, l’appartamento è stato prontamente esaminato: due stanze quasi vuote e un computer da cui le autorità sperano di ricavare informazioni per sapere se l’attenatore fosse in contatto con qualche particella islamica. Resta il fatto che l’evento accaduto il 14 luglio, durante un giorno di festa nazionale, ha sconvolto nuovamente tutta la nazione francese e non possiamo che augurare di non dover mai più sentir parlare dell’orrore che ha prostrato questo Paese dalle ferite ancora aperte dei precedenti attentati.