“Ma chist’ so sciem’!?” ovvero: “Questi (i camorristi) sono scemi!?”
Questo il commento che, a caldo, il popolo napoletano ha partorito al cospetto della notizia dell’ennesima “stesa” avvenuta durante la scorsa notte.
Si spara ancora e ancora una volta nel quartiere di Soccavo, a Napoli.
Il settimo episodio in appena tre giorni.
Esplosi sei colpi di arma da fuoco in via De Civitate Dei, ma, secondo quanto riferisce la Questura, questa volta gli artefici della stesa non si sono serviti di kalashnikov, ma di una pistola a salve.
Continuano a susseguirsi ed alternarsi i raid delle scorribande armate a suon di colpi esplosi all’impazzata per manifestare il proprio potere criminale sul territorio.
Nel mezzo c’è un popolo sempre più indignato, esasperato e, soprattutto, spaventato.
Regna la paura nella periferia occidentale di Napoli, quel genere di paura che paralizza muscoli e pensieri ostruendo l’ordinario corso della vita quotidiana. Regna il terrore.
Passeggiare per strada, affacciarsi al balcone: gesti spontanei e riconducibili alla banale routine di ogni individuo, a patto che viva in un contesto non paragonabile a un “campo di guerra”.
Il dato di fatto oggettivo e innegabile è proprio questo: a Napoli, su più fronti, impazzano guerre di camorra.
No, non sono “scemi”, sanno bene quello che fanno e cosa vogliono: vogliono prendersi tutto, a dispetto di tutto e tutti, in un’escalation di delirante follia che, di ora in ora, sa farsi sempre più violenta.