Un alberello e una lapide per Fortuna Loffredo, una fiaccolata e una colletta per Maria.
Storie di piccole vite stroncate dal medesimo male. Dalla forma più feroce e riprovevole del male.
Quello perverso, perché riversa pulsioni e fantasie sessuali su corpi acerbi ed ingenui, violandone la candida innocenza.
Quello vigliacco, perché usa forza e violenza contro corpicini incapaci di capire e carpire il pericolo e ancor più di difendersi.
Quello inumano, perché svilisce i sentimenti più genuini che rendono l’umanità ancor meritevole di essere definita tale.
Due vite, due morti, due storie molto simili, accomunate dallo stesso destino, dalla stessa feroce sorte, ambedue avvolte nel mistero e nella desolante indignazione collettiva.
Tante le ombre che avvolgono ancora la morte della piccola Fortuna Loffredo, morta dopo aver subito violenze sessuali, perché gettata nel vuoto dal terrazzo di uno degli imponenti palazzoni del parco Verde di Caivano. A distanza di due anni da quella tragedia, non solo non si è giunti ad incastonare perfettamente tutti i tasselli utili a ricondurre alla verità, ma ci ritrova a piangere un’altra vittima di quello stesso male.
Anche in relazione alla morte di Maria, l’unica ipotesi che si gli inquirenti scartano con sicurezza – così com’è stato per la piccola Fortuna- è quella della morte accidentale.
Rilievi scientifici tra l’agriturismo, teatro della tragedia, la casa dell’indagato e la piazza del paese, alla ricerca di tracce biologiche che possano aiutare a ricostruire gli ultimi spostamenti di Maria.
Le stanno tentando tutte gli inquirenti per ricostruire aule buco Nero di quattro, dalle 20 a mezzanotte, durante il quale Maria potrebbe aver incontrato altre persone: nella piazza dove c’erano le giostre per la festa del patrono oppure nella parrocchia di Maria Assunta. Gli inquirenti stanno ascoltando tutti gli amici della bambina per verificare se orari e dettagli coincidono con quelli riferiti dai genitori, che hanno detto che la figlia sarebbe anche passata a casa per prendere qualcosa da mangiare.
In diversi esercizi commerciali del paese figurano dei salvadanai che serviranno a raccogliere dei fondi. Una mano d’aiuto, un sostegno economico per la famiglia Ungureanu, la famiglia della piccola Maria, la bimba uccisa domenica scorsa.
In tanti sono scesi in piazza per Maria. Più di mille persone hanno gremito la piazza di San Salvatore Telesino in ricordo di Maria, la bimba di 10 anni, violentata e uccisa nella notte tra domenica e lunedì. Tante fiaccole hanno illuminato la serata: in prima fila, a fianco al sindaco del paese, Fabio Romano, i genitori di Maria, Mario e Andrea, visibilmente provati e commossi. Alla preghiera del parroco, don Franco Piazza, ha fatto seguito un messaggio di solidarietà della comunità romena molto consistente a San Salvatore Telesino. In piazza tante mamme e bambini e numerosi sindaci con la fascia tricolore del circondario. Dopo il raduno un corteo per le strade principali del paese, con una sosta davanti al luogo dove è stato rinvenuto il corpo esanime di Maria.
Solidarietà e dolore, fiaccole di speranza e alberi verdi e rigogliosi: questo resta di Maria e Fortuna, due bambine, solo due bambine, violentate e uccise.