Dopo la giornata di fuoco di ieri, si riaprono le autostrade in una Sicilia che cerca lentamente di tornare alla normalità, a causa dei disastri causati dalle fiamme.
Questo giovedì nero ha visto richiedere ben 150 interventi da parte dei Vigili del Fuoco, l’intera regione è ancora interessata da numerosi incendi, anche se l’emergenza che ieri aveva causato gravi danni e forti disagi , soprattutto tra Palermo e Messina, sta lentamente rientrando, come conferma la centrale operativa della Protezione Civile regionale.
Ad alimentare le fiamme è stato il forte vento di scirocco, e la temperatura tropicale che ha superato i 45 gradi. Attualmente, i maggiori focolai ancora attivi sono Cefalù, Terrasini, Monreale, San Martino delle Scale e il promontorio di Montepellegrino. In provincia di Messina qualche rogo si registra ancora come nel territorio dei Nebrodi, nell’Agrigentino e nel Ragusano.
Grazie a due Canadair è stato invece regolato un vasto incendio in contrada Bocca delle Carrubbe a Castellamare del Golfo (Trapani), mentre nel comprensorio di Cefalù (Palermo), dove ieri era stato evacuato l’Hotel Costa Verde, non sono stati ancora del tutto domati i roghi in località Settefrati.
Ad ogni modo, la situazione più difficile è al momento lungo la fascia tirrenica del messinese e sui Nebrodi: numerosi roghi si sono infatti sviluppati nei comuni di Capo d’Orlando, Militello Rosmarino, Naso e Contrò, provocando anche una temporanea chiusura dell’autostrada in direzione Palermo, ora riaperta.
“La situazione ora è sotto controllo“, ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel corso di una conferenza stampa presso la prefettura di Palermo al termine del vertice sull’emergenza incendi in Sicilia. “Gli incendi sono tutti in fase di spegnimento o decrescente, ci sono 184 interventi dei Vigili del fuoco in corso – ha aggiunto poi -. Il lavoro non si completerà oggi, ci attende un’estate di fatiche, siamo appena all’inizio dell’estate ma siamo pronti e attrezzati, e rafforzeremo ulteriormente la presenza e tutto quello che c’è da fare“.