Antonio Raia è il nome di un uomo qualunque, capace di compiere gesta semplici, ma straordinarie nella loro speciale essenza.
Antonio Raia è un nome sinonimo di forza, coraggio, dignità e anche creatività. Da anni, Antonio, è malato di Sclerosi multipla, adesso la malattia è entrata nella fase secondaria progressiva, per la quale non esistono cure farmacologiche. Pertanto, non potendosi curare, Antonio ha scelto di utilizzare le sue flebili, ma tenaci forze per supportare un battaglia colorata dalla magia dell’arte, per far sì che i ragazzi del domani, ai quali la vita vorrà riservare il suo stesso infausto destino, potranno beneficiare di una terapia adeguata.
Una battaglia che Antonio sta portando avanti attraverso le forme d’arte più pregevoli e trasversali: la musica, le arti grafiche.
Un linguaggio giovane e moderno, accessibile e comprensibile a tutti che veicola un messaggio nobile, importante e che sta conferendo il senso più solenne alla vita di Antonio.
“Senza Mentire“ è un brano musicale che racconta i sentimenti di chi si confronta non questa malattia e nasce dall’incontro tra il gruppo musicale STAG e Antonio Raia, i cui introiti sono stati interamente devoluti all’AISM.
Sabato scorso, presso il comune di Somma Vesuviana, si è svolta una mostra collettiva nell’ambito della quale Antonio ha presentato due suoi lavori: “studio grafica da 4 anni, – racconta Antonio – riesco ancora a cavarmela, nonostante gli ostacoli e le limitazioni imposte dalla malattia e grazie ai suggerimenti e alla guida dell’architetto, pittore e grafico Michele Attanasio. A differenza di molte persone che vivono nella mia stessa condizione, attraverso la malattia ho avuto modo di far emergere gli interessi che ho sempre avuto. Adesso sto cercando un luogo che possa accogliere la mia prima mostra personale.”
Cos’è la sclerosi multipla?
“È come se il midollo spinale fosse un cavo elettrico e gli assoni un filo di rame, avvolti da una guaina di plastica che sarebbe la mielina: la nostra è tutta bruciata!”
Adesso, Antonio attende con impazienza il prossimo 24 giugno, giorno in cui all’Hermitage di Capodimonte, il professor Silvestri ed altri neurologi di spessore terranno un convegno per dibattere proprio sulla condizione delle persone affette da sclerosi multipla e che versano nella fase secondaria progressiva, proprio come Antonio.
Quali speranze ed aspettative riponi nella ricerca?
“Sono realista, ho 45 anni e sono consapevole che non potrò alzarmi dalla sedia a rotelle, questa malattia anticipa il deterioramento encefalico alla base del processo di invecchiamento. Mi auguro che in un futuro molto prossimo, ovvero già tra 5 anni, non ci saranno più ragazzi costretti su una sedia a rotelle da questa malattia, forte anche del grande lavoro che i ricercatori di tutto il mondo stanno svolgendo per rendere questo mio piccolo, grande sogno una concreta realtà.”