Immediata, istintiva, ma sentita, la reazione della cittadinanza attiva partenopea all’indomani dell’ennesimo agguato di camorra costato la vita ad un giovane ragazzo innocente.
Ieri pomeriggio presso l’istituto Marino Santa Rosa di Ponticelli si è svolta una riunione indetta da “Un Popolo in cammino” che, a dispetto della presenza di diversi consiglieri ed assessori uscenti e non solo, non aveva alcuna finalità politica.
Un incontro che si ripropone di tracciare un punto di partenza nell’ambito della strada da solcare nelle vite dei ragazzi e delle persone stanche di piangere morti innocenti, stanche di vivere nella paura e in preda alla criminalità, non solo a Ponticelli, ma in ogni angolo della città e della periferia in cui di spara in cielo per incutere timore e lanciare messaggi subliminali, e si spara pure contro carne umana, sprezzanti di tutto e di tutto.
Il quartiere Ponticelli, in quella sede, era rappresentato dalla responsabile dell’associazione Lotto Infinito dell’oratorio della chiesa di San Francesco e Santa Chiara situata lì, nel Lotto 0, proprio a due passi dal luogo dell’agguato costato la vita a Ciro Colonna lo scorso martedì e che da anni lavora accanto ai bambini del rione; dal consigliere Luigi Zimbaldi, cresciuto a Piazza Dante e trasferitosi nel Lotto 0 29 anni fa, presente in veste di portavoce della famiglia Colonna e dagli amici di Ciro, un gruppo di ragazzi addolorati e intimiditi, ma animati da una grande voglia di scendere per strada e conferire un doveroso tributo alla memoria di quell’amico ucciso in un modo tanto atroce. I ragazzi del Lotto 0 si dicono stanchi di vivere nella paura e di doversi vedere costretti a misurarsi con un dolore così lancinante e rivendicano a gran voce l’esigenza e il desiderio di organizzare una fiaccolata dedicata alla memoria di Ciro.
Fabio Giuliani, presidente di “Libera Campania”, – presente alla riunione insieme ad altri esponenti di realtà associative locali – sottolinea l’importanza di identificare nella fiaccolata un punto di partenza, ma che è necessario “fare rete” tra le realtà che operano nel segno della legalità sul territorio per tracciare un percorso partecipato e condiviso che dia filo da torcere alla criminalità. E, soprattutto, da più parti si solleva una proposta sostanziale: portare i parlamentari nelle terre della camorra per permettergli di tastare con mano disagi e degrado e di rilevare sul campo le misure più consone da adottare.
Padre Alex Zanotelli, giunto dal Rione Sanità a Ponticelli, proprio come i sicari artefici dell’agguato di martedì, per portare un messaggio di tutt’altra natura tra i presenti, chiede “scusa” al quartiere e a quei ragazzi che piangono la perdita di un loro caro per un regolamento di conti estraneo alle logiche criminali del quartiere.
Padre Zanotelli, così come molte altre persone presenti, sottolinea l’importanza di creare una rete solida volta a riscattare le periferie “interne ed esterne” della città per eludere i pericoli insiti in quella “bomba sociale spaventosa”.
Il contributo più prezioso, silenzioso e sincero, è quello conferito da Antonio Cesarano, il papà di Genny, un genitore che il dolore di chi perde un figlio per mano della criminalità se lo porta ancora stampato nel cuore e negli occhi. Ha partecipato alla riunione in silenzio, Antonio, ascoltando sfoghi, proposte ed idee delle persone che hanno dato luogo al dibattito, poi si è intrattenuto tra gli amici di Ciro per dargli conforto e consigli, per dispensare quelle parole d’amore che solo e soltanto un padre è capace di tirare fuori in certi momenti.
Martedì 14 giugno tutto in quartiere e tutta la città di Napoli scenderanno in strada al Lotto O per chiedere verità e giustizia per Ciro Colonna. L’appuntamento è alle 19 davanti alla Chiesa di San Francesco e Santa Chiara: da lì partirà la fiaccolata indetta per ricordare e onorare la memoria di un figlio della nostra città, morto in modo assurdo. “Noi vogliamo essere liberi di vivere nei nostri quartieri, – si legge nella nota diramata da “Un popolo in cammino” per introdurre la fiaccolata – di vivere tranquilli: chiediamo la normalità! Vogliamo spazi di aggregazione nei nostri quartieri, vogliamo che le scuole siano aperte al pomeriggio per attività organizzate dai cittadini e dai giovani: dobbiamo essere protagonisti dei nostri quartieri! Sono le istituzioni e la politica a creare le periferie: ma le periferie fanno parte della città, e noi vogliamo poter lavorare in modo onesto, con dignità, vogliamo avere la possibilità di scegliere come costruire il nostro futuro. Per questo martedì 14 scenderemo per strada: per onorare la memoria di Ciro, per chiedere verità e giustizia per lui e per tutte le vittime innocenti, e per riprenderci il nostro quartiere! Noi non siamo nel posto sbagliato! Sono i camorristi a trovarsi nel posto sbagliato! La nostra città e i nostri quartieri appartengono a noi, alle persone per bene e ai ragazzi come Ciro!”