Fondata nell’ottavo secolo A.C. Pompei è una delle testimonianze più nitide di ciò che fu l’Antica Roma. Ciò che un tempo rappresentò una tragedia, è diventata sin dall’Ottocento l’opportunità per i posteri di conoscere meglio la civiltà e la cultura di quelle società, così lontane, ma così prospere.
Lo snobismo politico che, da anni ormai, danneggia il patrimonio artistico-culturale italiano non ha risparmiato neanche gli scavi di Pompei. A marzo di quest’anno il sito ha fatto i conti con danni alle strutture, infiltrazioni. Negli anni precedenti, ha subito atti vandalici da parte di barbari, senza rispetto per la storia, convinti che antico è sinonimo di inutile, incapaci di apprezzare l’immenso tesoro che abbiamo la fortuna di avere in casa nostra.
Di tutt’altro avviso sono i turisti che il 6 giugno hanno invaso la penisola. Turisti accorsi a migliaia per visitare gli scavi, a metà mattina gli ingressi avevano superato i 15mila visitatori, facendo scattare la chiusura dei cancelli per motivi di sicurezza. Una Pompei in grande rispolverò che vedrà presto l’apertura di altri cinque domus.
Di contro c’è, ancora purtroppo, un’ Italia disinteressata ad monumenti e all’arte, disincantata. Salvando la pace della fascia borghese( erede di quella elite dei secoli scorsi) e di qualche fortunato che sa apprezzare il bello nostrano. Ci siamo imbarbariti, allontanati da quel “bello” che i greci sapevano vivere e che oggi rivivono in luoghi come Pompei ed Ercolano.
Sempre troppo attenti all’erba del vicino, non ci sono politiche sociali atte a spostare lo sguardo sul nostro prato, verdissimo e sempre fiorente, nonostante tutte le assenze sia istituzionali che economiche. Ma le città d’arte in Italia sono tante e sempre apprezzate nel mondo. In Scandinavia sono costretti a inventarsi musei fondati su antiche navi affondate, in Germania il museo della patata; spesso più curati dei musei nostrani. Dobbiamo amare di più ciò che abbiamo nel nostro paese, non solo cibo, vino e moda. Perché l’Italia e cultura ed arte. E alla faccia di chi diceva che “con la cultura non si mangia” Venezia, Napoli, Firenze e tante altre città dimostrano il contrario, vince la cultura, vince Pompei. Un potenziale non del tutto espresso.