Martedì 7 giugno, alle 19.30, nella Sala del Capitolo del Convento di San Domenico Maggiore, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, a conclusione del Maggio dei monumenti, promuove una serata interamente dedicata a Giambattista Vico.
Si comincia con una lezione di Gennaro Carillo, storico del pensiero politico, dal titolo Violentissime passioni. La scena vichiana. Tema della lectio la scena che segna, traumaticamente, il passaggio dalla condizione eslege, che Vico chiama il «divagamento ferino», alle primissime forme, «barbare», del mondo civile. Ma la parola scena allude anche alla teatralità della scrittura filosofica vichiana, al suo intimo barocchismo.
Leopardi fu un interprete geniale di Vico. Di chiara ascendenza vichiana, per esempio, è l’idea, espressa nello Zibaldone, che la ragione sia essa stessa barbarie e contenga in se stessa un principio di dissoluzione. Di qui la seconda lectio della serata, un reading inedito di Enzo Moscato, dal titolo Vico Leopardi. Proprio così, senza segni di interpunzione: sia a richiamare l’attrazione reciproca tra due giganti delle patrie lettere e della cultura europea, sia a riprendere l’intuizione di Joyce che, in Finnegans Wake, gioca sul doppio senso del termine «vicus», al tempo stesso Vico e vicolo. Di qui la possibilità che, tra i tanti vichi di Napoli, ce ne sia uno dedicato a Leopardi.