La condanna inferta a Daniele De Santis per l’omicidio di Ciro Esposito non è servita a placare un odio che sembra destinato ad inasprire i rapporti tra la tifoseria azzurra e quella giallorossa, fomentando focolai di violenza che ancora una volta sfociano nel sangue.
Vandalizzata a Roma la targa affissa a Tor di Quinto in memoria di Ciro Esposito, proprio nel luogo dove fu aggredito e ferito gravemente il tifoso del Napoli, morto dopo 52 giorni di agonia all’ospedale Gemelli.
Parole di cordoglio e distensione che sembravano sedare quel fiume di odio che incancrenisce i rapporti tra due tifoserie distanti eppure assai affini nel modo di vivere, percepire e concepire la passione sportiva, quelle affisse da ignoti a Tor di Quinto e coperte da vernice rossa, da altri ignoti.
Lo denuncia tramite Facebook l’Associazione Ciro Vive mostrando al foto della targa completamente imbrattata di vernice rossa.
“Ecco la fine che ha fatto la targa che era stata apposta da circa due mesi in Viale Tor di quinto dove Ciro fu ammazzato -si legge nel post – E’ diventata rosso sangue… Dopo che media e stampa l’hanno pubblicizzata qualcuno ha pensato bene di infangare ancora una volta il suo nome e il suo ricordo ma #Cirovivenonostantelevostrecattiverie”.
Intanto, ieri un giovane ventenne romano è stato ferito in maniera lieve da uno sconosciuto al polpaccio con un coltello in corso Umberto, a Napoli. Trasportato all’ospedale Loreto Mare, è stato medicato e subito dimesso: guarirà in pochi giorni.
L’aggressione, stando a quanto si apprende dalla Polizia, che sta indagando sull’episodio, è avvenuta senza alcun motivo. Il giovane ferito ha un tatuaggio inneggiante alla squadra di calcio della Roma. Ragion per cui gli investigatori stanno valutando anche l’ipotesi che il ferimento essere opera di qualche tifoso azzurro, accecato dall’odio e dal rancore.
Quell’odio e quel rancore che non sembrano volersi placare.