Il 21 aprile un’altra stella della musica internazionale si è spenta. Il cantante Prince sarebbe morto a 57 anni per overdose accidentale. A confermarlo sono i test da laboratorio esaminati dalla polizia.
Molti lo avevano sospettato ed ora è acclarato: Prince è stato ucciso da una dose eccessiva di oppiacei. Il musicista, nelle ultime settimane di vita era stato male a causa dell’assunzione di antidolorifici narcotici. Il primo malore si è presentato il 14 aprile, dopo un concerto ad Atlanta, in Georgia. Prince a metà volo, di rientro a Minneapolis, aveva perso conoscenza. Diventato immediato l’atterraggio d’emergenza, il cantante è stato soccorso nell’Illinois, come registrano le telecamere di sicurezza del piccolo aeroporto.
All’artista, da quanto si è appreso, è stata somministrata un’iniezione di naloxone, antidoto dell’eroina, nonchè oppiaceo. Il cantante poche ore dopo la cura, ha scelto di rimettersi in viaggio per tornare a casa propria, pur sapendo che stava rischiando la vita.
Nei giorni successivi è avvenuto il contatto con uno specialista, nel disperato tentativo di superare la dipendenza da oppiacei. Il medico gli avrebbe portato una dose di buprenorfina, necessaria per contrastare i casi gravi di tossicodipendenza. All’arrivo nella dimora dell’artista, ha trovato il suo corpo senza vita. Prince aveva perso conoscenza da molte ore. La causa del decesso è da attribuire ad una dose eccessiva di Fentanyl, potente farmaco analgesico narcotico. Il musicista aveva subìto due crisi da overdose in sette giorni.
Un’amica del divo della musica dichiara che l’assunzione del farmaco era da attribuire alla cura di forti dolori alle ginocchia e alle anche, causati dai salti su tacchi vertiginosi che l’uomo era abituato a compiere durante le performance sul palco. Il cantante non trovando più giovamento dalla cura prescritta, avrebbe aumentato autonomamente la dose del medicinale, perdendo così la vita.