L’amore che non conosce costrizioni, limiti, limitazioni, convenzioni ideologiche e sociali, si fonde con il senso di riscatto, umano e civile, parimenti fervido e desideroso di rivalsa che anima l’indole degli abitanti di una delle “periferie simbolo” di Napoli: quella Bagnoli, emblema di un mare di opportunità arenato nel macchinoso ed opportunistico oblio, peculiare di un sistema che troppe volte ostruisce l’ordinario e naturale corso di quel “volere imbrigliato nel potere”.
Questo il sentimento dominante che traspare dall’ondata di colori arcobaleno che ieri si è riversato lungo le strade di Bagnoli per merito del Mediterranean Pride.
Quello partenopeo è stato il primo corteo Pride dopo l’approvazione della legge sulle Unioni civili.
In testa al corteo il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, Antonello Sannino, presidente Arcigay di Napoli e Cristina Donadio, l’attrice che interpreta Scianel nella seconda serie Gomorra. In tanti avevano data per scontata la presenza della trans Alessandra Langella, l’amore segreto dello spietato boss Salvatore Conte che proprio grazie alla sua interpretazione in Gomorra ha acceso i riflettori sul tema dell’omofobia. La Langella, tuttavia, parrucchiera di professione, nonché originaria di Fuorigrotta, quartiere dal quale il corteo arcobaleno si è radunato, durante la giornata di ieri, con grande rammarico non ha potuto presenziare alla manifestazione per adempiere agli oneri lavorativi.
“Diritti alla meta, diritti alla felicità”: nel segno di questo slogan migliaia di persone, attivisti provenienti da tutta Italia, accompagnati da bandiere e adornati da look eccentrici, hanno dato vita ad un variopinto corteo, impreziosito da allegria e riflessioni, leggere, ma essenziali.
Dalle famiglie Arcobaleno all’orgoglio trans, senza tralasciare “il valore aggiunto” conferito dalla location: quella Bagnoli, croce e delizia di una città che ben personifica quella Napoli, quel meridione desideroso di ripartire.