Giornata importante a Napoli sul fronte della lotta alla criminalità organizzata.
Venti arresti in carcere a carico di persone ritenute appartenenti a famiglie camorristiche riconducibili alla cosiddetta “paranza dei bimbi” operante tra le mura del triangolo Forcella-Duchesca-Maddalena. Gli arrestati sono ritenuti affiliati alle famiglie dei Sibillo, dei Giuliano, dei Brunetti e degli Amirante e dovranno rispondere dei reati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi da guerra con l’aggravante del metodo mafioso.
Gli arresti di oggi seguono quelli dei capi dell’organizzazione camorristica in questione, dell’ala militare e dei latitanti, oltre che della rete dedita allo spaccio al dettaglio di ingenti quantitativi di stupefacente con l’individuazione dei fornitori, degli addetti alla “piazza di spaccio”, e degli spacciatori. L’operazione di oggi ha interrotto la principale fonte di sostentamento economico del clan, ovvero lo spaccio al dettaglio di stupefacente tipo cocaina e marijuana e il canale di fornitura di armi da guerra utili a sostenere il conflitto con i clan avversari. E’ stato inoltre accertato il ruolo di primo piano svolto dalle donne del clan nelle attività illecite monitorate.
Donne che gestivano i pusher e le piazze di spaccio, droga consegnata dai pusher anche “a domicilio”: un assetto, quello esibito dal clan dei baby-boss che fa specie soprattutto per questi due aspetti potenzialmente inediti. In cella anche Daniele Napoletano, fratello del baby killer dei Sibillo, Antonio Napoletano, detto «ò nannone».
Tra gli arrestati spicca il nome di Vincenzo Sibillo, padre di Emanuele e Pasquale Sibillo, gli artefici della grande escalation di esaltazione e violenza che ha portato il primo a morire in un agguato e il secondo in carcere, in seguito a diversi mesi di latitanza.
Una stangata, l’ennesima, inferta alla criminalità organizzata e che avvalora “la forza” delle forze dell’ordine e l’attendibilità del potere investigativo, allorquando i vari tasselli del pregevole mosaico della “legalità” collimano perfettamente ed armonicamente.