La cronaca contemporanea consegna una nuova storia, ancora una volta legata ad una giovane vita, eppur fortemente compenetrata nella scena camorristica.
Umberto Accurso, già boss a dispetto dei suoi 24 anni, ritenuto il reggente del clan Vanella Grassi.
Latitante dal 2014, inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi, secondo gli investigatori Accurso è l’artefice del raid consumatosi a suon di spari contro la caserma dei carabinieri del quartiere Secondigliano a Napoli, avvenuto qualche giorno fa.
Il giovane è ritenuto il capo dei cosiddetti “girati” che anni fa entrarono in contrasto con il clan dei Di Lauro per il controllo delle attività illecite nella zona. A carico di Accurso, nonostante la sua giovane età, c’erano già quattro ordinanze di custodia cautelare. I carabinieri da tempo erano sulle sue tracce ed erano sicuri che non fosse molto lontano dal quartiere di Secondigliano. Una volta identificato l’appartamento di Qualiano dov’è stato tratto in arresto, gli investigatori hanno circondato il palazzo, togliendo ad Accurso ogni possibilità di fuga. L’appartamento, super accessoriato e dotato di vari comfort, come un gigantesco televisore a schermo piatto da 55 pollici, era protetto da una porta blindata che i carabinieri hanno dovuto abbattere. Al momento della cattura, Umberto Accurso non aveva armi, ma solo una pistola giocattolo con il tappo rosso. I carabinieri nell’abitazione non hanno trovato né documenti né denaro. Una volta che ha capito di essere in trappola, Accurso si è rifugiato in una stanza. Raggiunto dai militari, si è lasciato ammanettare e portare via senza opporre resistenza.
Secondo una delle ipotesi investigative, la sparatoria sarebbe stata una vendetta di Accurso contro lo Stato reo di aver sottratto a lui e alla sua compagna i figli. Una decisione presa per proteggere i bambini da eventuali ritorsioni visto che il fratello di Accurso, Antonio, è diventato collaboratore di giustizia, mentre sua moglie, invece, avrebbe rifiutato il programma di protezione.
E non è tutto.
Secondo gli inquirenti, il boss Umberto Accurso, sarebbe l’autore del brano “A’ libertà” interpretato dal celebre cantante neomelodico Anthony e che l’attuale reggente del clan Vanella-Grassi avrebbe scritto pensando a suo figlio.