Nelle stesse ore in cui si celebrava la giornata in memoria delle vittime del terrorismo, il murales che ritrae la storica foto, divenuta simbolo dell’Antimafia, di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dipinto da un anonimo street artist sul muro di contenimento del bosco di Capodimonte a Napoli, è stato vandalizzato.
I volti dei due eroi della lotta contro le mafie sono stati imbrattati con della vernice rossa.
C’è da dire che non è la prima volta che delle opere di street art vengano vandalizzate e che tante e varie sono le spiegazioni che gli stessi writers – questo il nome tecnico degli artisti che realizzano i murales – avanzano per motivare simili gesti.
Il più delle volte, si tratta di uno sgarro direttamente rivolto all’artista firmatario dell’opera da parte di esponenti di una krew – ovvero una sorta di “Banda” armata di bombolette ed inventiva – rivale; talvolta l’artefice del raid, può incarnare il gesto di stizza di un writers che aveva “puntato” quello stesso muro.
Nella maggior parte dei casi, in verità, i writers tendono a “rispettare” le opere d’arte, tant’è vero che in questi casi le suggestioni introdotte dal raid sono innumerevoli.
La vernice rossa ha nascosto i volti sorridenti dei due eroici giudici ed amici immortalati nel 1992 a Palermo dal reporter Tony Gentile. La strada dove è stata realizzato lo stencil, via Miano, arteria cruciale che collega il centro città alla periferia nord in direzione di Secondigliano e Scampia.
Un ulteriore attentato alla memoria di due baluardi della legalità: questo il messaggio che, inevitabilmente, consegna questo raid.