La Cassazione ha deciso: Nessuna riapertura dell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia sparita in circostanze misteriose all’età di 15 anni il 22 giugno 1983.
E’ stato giudicato inammissibile il ricorso della famiglia contro l’archiviazione dell’indagine della procura di Roma. Già lo scorso Ottobre il gip aveva respinto l’opposizione, avanzata dai familiari di Emanuela e da quelli Mirella Gregori (scomparsa poche settimane prima).
A nulla sono servite inoltre le ben 2 petizioni di Pietro Orlandi ospitato dalla trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto’, l’ultima delle quali rivolta direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A nulla sono servite, inoltre, le numerose manifestazioni per Emanuela; gesti inutili, volti esclusivamente alla ricerca della verità sul caso.
L’inchiesta aveva come protagonisti sei indagati per concorso in omicidio e sequestro di persona: tutti legati al bandito della banda della Magliana, Enrico De Pedis (ucciso nel 1990), monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant’Apollinare, Sergio Virtù, autista di Enrico De Pedis, Angelo Cassani, detto “Ciletto“, Gianfranco Cerboni, (“Giggetto“), Sabrina Minardi, già supertestimone dell’inchiesta, e il fotografo Marco Accetti.
Contro di loro, sia la procura sia il gip, hanno ritenuto che non fossero stati raccolti sufficienti elementi probatori. Ed infine è arrivato il visto della Cassazione.
Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha parlato di «omertà del Vaticano e di sudditanza psicologica dello Stato italiano nei loro confronti. Pochi giorni dopo la scomparsa di Emanuela ci fu un invito a livello di presidenza del Consiglio e del Vaticano a non aprire una falla che difficilmente si sarebbe chiusa».
Così, la battaglia legale si sposterà alla Corte Strasburgo, in Francia. «La Procura di Roma – ha spiegato il legale della famiglia Orlandi, Pietro Sarrocco – all’epoca dell’indagine non investigò nella direzione da noi segnalata. La pista indicata da Ferdinando Imposimato (il precedente legale degli Orlandi) era quello legata al terrorismo internazionale collegato all’attentato di Wojtyla e ai Lupi Grigi».Rimangono pendenti le accuse di calunnia e autocalunnia nei confronti di Accetti, che nelle scorse settimane è stato sottoposto a perizia psichiatrica che l’ha giudicato capace di intendere e volere ed anche di stare in giudizio benché affetto da disturbi della personalità di tipo narcisistico ed istrionico .