Erano uomini in divisa, carabinieri, ma i soldi facili e la promessa di ricoprire ruoli di vertice li aveva colpiti; corrotti. Angelo Di Maro e Massimo D’Onofrio sono i due agenti accusati di aver fornito informazioni al clan Polverino-Nuvoletta-Orlando di Marano.
In cambio di mazzette i due accedevano illecitamente al registro dei carabinieri e giravano a loro volta i dati riservati a uno degli esponenti del clan. Per uno di loro sono scattate le manette per l’altro il divieto di dimora (un allontanamento dell’imputato ). Arrestati anche altri due carabinieri e altre due persone coinvolte nell’ indagine compiuta dal nucleo investigativo di Napoli.I militari sono stati immediatamente sospesi dal servizio e inoltre sono stati arrestati tre esponenti del sodalizio criminale presente a Marano.
Gli investigatori hanno scoperto che oltre il “traffico” di informazioni delicate gli imputati erano mischiati in un traffico di droga.
Una vera e propria situazione alla “the Departed”(famoso film di Scorsese) che non deve però infangare la reputazione dell’arma dei carabinieri, da sempre sinonimo di onestà e disciplina. Che non si faccia di tutta un’erba un fascio in onore di chi si sveglia la mattina e lavora per la sicurezza dei cittadini, senza cedere al richiamo del Dio denaro.