La prima inchiesta sulle Coop in Italia: una definizione che sintetizza il corpo di “Coop Connection” e che ben introduce “l’anima” di un’inchiesta che porta la firma di Antonio Amorosi, giornalista, classe 1970, che proprio nell’inchiesta identifica il suo tratto distintivo più marcato ed incisivo, quello che nasce da un credo, forgiato a immagine e somiglianza di ideali che, nonostante tutto e a dispetto di angherie, complotti e corruzione, seguitano a rivendicare una concreta applicazione, attraverso la quale lasciar intravedere quel barlume di onestà, morale e intellettuale, al quale la politica e la giustizia italiana, hanno bisogno di ancorare l’intramontabile desiderio di riscatto/ripartenza.
Quell’onestà che Amorosi, in veste di assessore alle Politiche abitative del Comune di Bologna con Cofferati sindaco, ha concretamente incarnato dimettendosi dopo appena diciotto mesi denunciando il sistema politico e amministrativo locale che dal 1986, scavalcando le graduatorie, assegnava una percentuale elevata di alloggi popolari per via politica.
L’impegno del giornalista nato in Germania e trapiantato in Emilia Romagna, sa camaleonticamente estendersi a ben altri temi: dalla presenza della criminalità organizzata in Emilia-Romagna all’attualità politica, nelle vesti del giornalista radiofonico.
Nel 2010 è autore con Christian Abbondanza del libro “Tra la via Emilia e il clan” edito dalla Casa della Legalità di Genova. Le sue inchieste per il quotidiano online Affaritaliani.it nel 2011 portano alle dimissioni di diversi politici emiliani e alla nascita di casi giudiziari nazionali. Nel 2013 ha collaborato con “Il Foglio”.
Attualmente scrive e pubblica i suoi reportage sul settimanale “Panorama” e dal 2014 sul quotidiano “Libero”.
Questo il terreno, fertile e prolifero, dal quale germoglia la sua ultima creatura “Coop Connection”. Un libro, uscito lo scorso 28 aprile e “costretto” a ricorrere alla ristampa il giorno seguente, che racconta anni di silenzio, palesando, ancora una volta, il coraggio umano e professionale di Amorosi che rompe timori ed indugi per affondare la sua scaltra penna in un “mondo dentro un mondo” che garantisce lavoro, potere, soldi e continuità politica.
Solo grazie agli ultimi scandali di Mafia capitale sono affiorate le contraddizioni di un universo economico che da solo genera 151 miliardi di fatturato dando lavoro a più di un milione di persone. Grande distribuzione, grandi opere, servizi, alimentazione, assicurazioni: il mondo coop, frutto di una storia secolare, copre tutto il territorio, dal Nord al Sud, in nome della solidarietà, a difesa dei lavoratori. Questo libro prova a smontare la propaganda che ha alimentato l’universo Coop e racconta la realtà di un business protetto, in cui sfruttamento, corruzione, speculazione finanziaria sono ben presenti seppure mai denunciati perché coperti dal marchio della legalità. Per fare del bene tutto è concesso, anche godere di un regime fiscale particolare (lo garantisce la costituzione), allearsi con le mafie locali, pilotare le gare d’appalto, pagare tre euro all’ora un lavoratore, persino arricchirsi sulle spalle degli immigrati. Un vero blocco economico, politico, culturale che fa comodo a un’intera classe dirigente e che si basa sulla distrazione della magistratura in un intreccio di potere difficile da scalfire.
Coop connection vuole dare voce a chi è solo a denunciare questo sistema, in nome di quei valori in cui credono tanti lavoratori e che hanno ispirato la nascita delle prime cooperative.