Benevento, la città e la squadra dell’indimenticato Carmelo Imbriani, festeggia un evento storico.
Già, Carmelo Imbriani: un nome e un ricordo che nelle ultime ore, con particolare insistenza aleggia sui campi di calcio.
Alla vigilia di un match decisivo che chiama il Napoli a misurarsi contro l’Atlanta, da più parti viene riproposto quel gol siglato proprio dal giovane pupillo di Mister Boskov contro lo stesso avversario nella stagione 1995/96.
Ma, soprattutto, il Benevento, il suo Benevento, quello che ha vissuto ed onorato sul campo prima da calciatore e poi da allenatore, ha conquistato la serie cadetta.
Nell’estate del 2012, mentre era in ritiro proprio con il Benevento, in veste di allenatore, Imbriani scoprì di aver contratto il linfoma di Hodgkin. Da lì per Carmelo, allenatore, ex calciatore, uomo, padre e marito, ebbe inizio la partita più difficile della sua vita, quella che ha combattuto fino alla stregua delle due forze, supportato dall’incessante sostegno delle tifoserie di tutto il mondo che idealmente si abbracciarono congiunte dal coro: “Imbriani non mollare”.
Il 15 febbraio del 2013, appena cinque giorni dopo aver compiuto 37 anni, Carmelo uscì dal campo sconfitto da quell’alacre e cinico nemico, tra gli applausi commossi di tutti i suoi tifosi, soprattutto la sua Benevento seppe stringersi intorno alla famiglia Imbriani, partecipando in maniera sentita a quella tragica e prematura perdita.
Anche Benevento e il Benevento persero un componente importante di quella famiglia che sa nascere e consolidarsi a ridosso di un campo di calcio, congiunta dall’amore per gli stessi colori e dal rispetto dei medesimi valori, umani e sportivi.
Benevento, oggi, festeggia il suo giorno più felice e solenne da quando ha perso il suo giovane e compianto condottiero e, senz’altro, Carmelo, da lassù, sta condividendo la medesima gioia che irradia i cuori beneventani.