Che significa conservare e far vivere un bene emozionale dell’umanità come la canzone napoletana nell’era dello streaming digitale, di You Tube e Spotify? Partirà da questo interrogativo il terzo appuntamento dell’ottava edizione de “Il Sabato delle Idee”, il pensatoio progettuale che dal 2009 ha messo insieme alcune delle migliori eccellenze accademiche, scientifiche e culturali della Campania.
Il tema specifico del nuovo incontro sarà “Narrare la canzone napoletana: dal palcoscenico al digitale”. L’appuntamento è fissato per sabato 30 aprile a partire dalle 10.30 non a caso nell’aula magna dell’Università Suor Orsola Benincasa, sede esattamente da vent’anni del primo insegnamento universitario italiano dedicato alla canzone napoletana che, all’interno della cattedra di Storia della Musica diretta da Pasquale Scialò, viene declinato sia nei corsi di laurea del settore pedagogico sia in quelli del settore della conservazione dei beni culturali.
“L’obiettivo di quest’incontro – spiega il Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, Lucio d’Alessandro – è quello di avviare una riflessione sulle nuove possibilità tecnologiche di fruizione interattiva di questo grande patrimonio culturale immateriale rappresentato dalla canzone napoletana. Proprio per questo abbiamo radunato a Napoli da un lato i principali attori istituzionali del settore e dall’altro grandi esperti di nuove tecnologie applicate alle scienze umane, che rappresentano uno dei filoni principali della ricerca che proprio l’Università Suor Orsola Benincasa sta portando avanti con i laboratori del Centro di Ricerca Scienza Nuova”.
La discussione del Sabato delle Idee sulla canzone napoletana sarà aperta da Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università Federico II di Napoli, e dal direttore scientifico dell’IRCCS SDN, Marco Salvatore, e sarà coordinata da Carlo Nardello, direttore dello Sviluppo strategico della Rai.
Al tavolo dei relatori si confronteranno Paolo Agoglia, direttore dell’Ufficio legislativo e rapporti istituzionali della SIAE, Massimo Pistacchi, direttore dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi del MIBACT, Francesco Pinto, direttore del Centro di Produzione RAI di Napoli, Gianluca Picciotti, vice Direttore di RAI Teche, Rossana Rummo, direttore generale del settore Biblioteche e Istituti Culturali del MIBACT, Pasquale Scialò, professore di Musicologia e storia della musica all’Università Suor Orsola Benincasa e Giorgio Ventre, direttore del Dipartimento di Tecnologie dell’informazione della Facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II.
Le conclusioni del dibattito saranno affidate a Sebastiano Maffettone, consigliere della Presidenza della Regione Campania per le organizzazioni culturali, ed Antimo Cesaro, Sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
L’attuale situazione archivistica della canzone napoletana registra la presenza di fondi cartacei, in parte digitalizzati, custoditi presso biblioteche afferenti al MIBACT, alle università o agli enti locali ma la loro fruizione non risulta sempre adeguatamente dialogante con l’utenza, per la frequente impossibilità a scaricare documenti di studio anche di pubblico dominio. Accanto a questi fondi si collocano anche quelli musicali, come l’Archivio Sonoro della canzone napoletana (Teche RAI), attualmente consultabile a Napoli presso la Casina Pompeiana, e l’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi (MIBACT), nonchè quelli filmici dislocati in diverse cineteche italiane.
“Un così ampio dibattito – spiega il fondatore del Sabato delle Idee, Marco Salvatore – con la partecipazione dei responsabili istituzionali dei diversi enti preposti alla conservazione, al copyright e alla fruizione dei beni culturali, di artisti e operatori del settore, nonchè di esperti in tecnologie digitali e reti informatiche, nasce proprio con l’obiettivo di provare a gettare finalmente le basi per una nuova sistemazione più organica e multimediale di uno dei più grandi patrimoni della nostra città, che al di là degli stereotipi oleografici può e deve rappresentare anche una grande opportunità di sviluppo economico”.