Sono tantissimi i misteri che aleggiano intorno morte di Prince, la stella della musica Pop mondiale, rivenuto cadavere lo scorso giovedì, 21 aprile, nel vano ascensore del suo appartamento di Minneapolis.
I funerali sono stati celebrati in forma privata, i resti della popstar sono stati già cremati. L’ultimo addio a Prince è stato dato, si legge in un comunicato del suo agente, «in una cerimonia privata alla quale hanno partecipato la sua famiglia, i suoi amici e alcuni musicisti da lui più amati». Le sue ceneri riposeranno in una località sconosciuta.
Il pubblico che lo amava potrà rendere omaggio all’artista statunitense in un evento musicale che sarà annunciato in un secondo momento.
Intinto, in attesa dell’esito dell’autopsia, atteso non prima di quattro settimane, le cause della morte del cantante restano ancora sconosciute.
Secondo Tmz, il sito di gossip sulle celebrities che ha dato per primo la notizia della morte, sei giorni prima della sua morte, Prince aveva ingerito una dose eccessiva di un potente antidolorifico, il Percocet, che di fatto è un oppiaceo.
Al setaccio dunque le ricette farmaceutiche usate dal musicista, ma gli inquirenti non hanno voluto commentare nessuna delle indiscrezioni sull’assunzione di farmaci oppiacei anti dolorifici né l’ipotesi di una overdose. Appare chiaro tuttavia che la pista seguita per ora è questa.
Anche se non si esclude che la pop star boss essere stata colta da un malore, sulla base delle testimonianze raccolte per ricostruire le ultime ore dell’artista.
E non è tutto.
Prince non aveva dormito per sei giorni di fila prima di morire. La rivelazione shock è del cognato dell’artista, Maurice Phillips. Un’affermazione che potrebbe essere corroborata da altre testimonianze, visto che secondo diverse persone che avevano visto Prince nei giorni prima della morte era apparso pallido e debole.
Secondo Drew Pinsky, inoltre, medico specialista in dipendenze e problematiche legate agli stupefacenti, la morte potrebbe essere avvenuta in seguito ad ‘un’overdose accidentale, ossia da un uso fuori controllo appunto di antidolorifici oppiacei. In molti inoltre escludono l’ipotesi della ‘classica overdose’ legata ad un utilizzo ricreativo delle droghe perchè, si sostiene, Prince era salutista e vegano, molto attento quindi al suo benessere fisico.
Resta ancora irrisolto il mistero sul decesso, così come l’interrogativo su chi erediterà la sua fortuna e il suo presunto tesoro musicale di inediti chiuso nella cassaforte della sua residenza alle porte di Minneapolis.
Sebbene non sia chiaro se fosse volontà di Prince rendere pubblica quella musica che custodiva gelosamente. Intanto però la sua produzione torna in vetta alle classifiche: fin dal giorno della sua morte è boom di vendite ininterrotto per la musica di Prince. Secondo Nielsen Music, nei tre giorni seguiti alla sua morte sono state registrate 2,3 milioni di vendite per le canzoni della star, un milione il giorno del decesso. In vetta c’è «Purple Rain», seguita da «When Doves Cry», «Little Red Corvette» e «Let’s Go Crazy». Tra gli album è primo «The Very Best Of Prince». Ed è di nuovo in vetta alla classifica Billboard 200: gli album ‘The Very Best of Princè e ‘Purple Rain’ sono arrivati ai primi due posti dopo la notizia della sua morte.