Ieri 21 Aprile alle ore 18.00 nel Complesso di San Domenico Maggiore si è inaugurata in presenza dell’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele, e del Priore della Basilica di San Domenico Maggiore, Francesco Riccio, la mostra personale dell’artista internazionale Alessandro Kokocinski dal titolo: Kokocinski.
La voce del pensiero.
Il Complesso – che ospiterà la rassegna fino al 26 giugno (dalle 10 alle 19 – lunedì chiuso – ) – per l’occasione è rimasto aperto fino a tarda sera totalizzando una cifra di circa 400 visitatori.
La Mostra si inserisce in un contesto più ampio di eventi culturali che avranno luogo nel chiostro del Complesso, in pieno centro storico. Ciò darà la possibilità di tenere la mostra aperta fino a tarda sera anche in altre occasioni, a partire già dal prossimo giovedì 28 aprile (19.30) in cui si esibirà il pianista Ivan Dalia, musicista ipovedente recentemente scoperto dal pubblico dopo aver preso parte alle audizioni di Italia’s Got Talent.
Insieme all’artista casertano si esibirà il coro de I Vandalia diretti da Lucio Lo Gatto (Conservatorio San Pietro a Maiella).
Come ha affermato l’Assessore Daniele quello della mostra sarà “un bel momento per la città di Napoli per avvicinare i cittadini all’arte e far conoscere il Maestro Kokocinski, un autore capace di suggestionare lo spettatore con le sue opere”. A complemento di quanto detto, “il Complesso di San Domenico Maggiore offre una cornice particolare, che paradossalmente non tutti conoscono”.
La presenza della personale del maestro Alessandro Kokocinski a Napoli conferma la centralità della città partenopea come crocevia culturale e punto di riferimento di artisti internazionali che con le loro opere coniugano passione civile, bellezza sacra e profana.
Alessandro Kokocinski è un audace e geniale artista fuggito dalla follia delle dittature europee, che marcarono profondamente la sua famiglia tanto da costringerla a esiliare nelle terre d’oltreoceano. Buona parte del profilo autobiografico del maestro, quindi, si snoda lungo i confini del mondo tra l’Europa e il Sudamerica ed è contrassegnato da eventi evocati che vanno dalla caduta di Juan Domingo Peron nel 1955 all’effimero sogno di libertà del triennio di Salvador Allende, svanito nel 1973 con il golpe di Augusto Pinochet. In tale circostanza fece ritorno in Europa e fu prima ad Amburgo, quindi a Roma accolto dal poeta spagnolo Rafael Alberti che lo introduce nel mondo intellettuale romano e italiano.