La fama della grande fotografa documentarista americana Dorothea Lange è indissolubilmente legata ad uno scatto fotografico del 1936: Migrant Mother. Una foto emblematica e attualissima, che contrassegna tutta la ricerca di Lange, descrivendo in modo profondo il dramma delle famiglie colpite dalla Grande Depressione successiva alla crisi finanziaria del 1929.
Da questa immagine-icona prenderà il via la conferenza sulla pratica artistica di Dorothea Lange che si terrà al museo MADRE martedì 26 aprile alle ore 18:00 (sala Re_PUBBLICA MADRE). Nel corso dell’incontro converseranno la nipote di Lange, Dyanna Taylor, e Mimmo Jodice, moderati da Andrea Viliani, dopo un breve saluto di Colombia Barrosse, Console Generale degli Stati Uniti d’America per il Sud Italia. In occasione di questo incontro, il museo aprirà in via straordinaria anche di martedì, abituale giorno di chiusura, dalle ore 17:30 alle 19:30.
Gli scatti di Lange, che lavorava per l’FSA (Farm Security Administration), contribuirono a cambiare la situazione di molte famiglie in difficoltà che, proprio grazie a quelle foto, ricevettero un aiuto economico da parte del Governo statunitense. La storia di questa fotografa pioneristica, che nel 1919 all’età di 23 anni audacemente aprì uno studio fotografico a San Francisco e a cui il MoMA di New York dedicò una grande retrospettiva dopo la sua morte avvenuta nel 1965, sarà illustrata attraverso la proiezione di una parte del lungo film-documentario Grab a Hunk of Lightning (2014) che la nipote Dyanna Taylor ha dedicato alla nonna Dorothea Lange. Scatti inediti, interviste, ricordi di famiglia in grado di svelare la personalità creativa di quest’artista che ha sfidato l’America a conoscere se stessa, durante cinque turbolenti decenni: a partire dalla Grande Depressione fino ai campi di internamento della Seconda Guerra Mondiale. Dopo la proiezione del documentario, si aprirà il confronto con un altro grande maestro della fotografia internazionale Mimmo Jodice – cui il museo MADRE sta per dedicare, nella stagione espositiva primavera-estate 2016, una grande mostra retrospettiva personale – che, negli anni Sessanta e Settanta, documentò ampiamente gli avvenimenti nella sua città, Napoli, cogliendone le profonde contraddizioni, dai cortei del partito comunista alle feste popolari, dalle condizioni di vita manicomiali e carcerarie alle dinamiche del lavoro in fabbrica, dalla denuncia del lavoro minorile alla vita di strada nei bassi e nelle periferie napoletane.