Solo chi viaggia a bordo di quelle linee dei bus dell’ANM che costeggiano le realtà più concitate di certe periferie può possedere il quadro preciso ed attendibile nel quale intersecare certe scene.
Di notte o di giorno, poco cambia, nelle terre di nessuno regna un senso civico diverso o del tutto assente, il codice della strada e le regole di buon senso devono essere forgiate a immagine e somiglianza di quel credo in virtù del quale “a fatica nun ce sta” rende legittimo l’illegittimo e lecito l’illecito e che arroga alla stolta violenza e all’incolta prepotenza il potere di rendere la legge del più forte il credo egemone e dominante.
Non ci sono alternative, seppure applicando il codice “ufficiale” della strada ti spetta la precedenza, al cospetto degli esponenti di quel modus operandi, si è costretti a cedere il passo alla prepotenza, se non si vuole finire male. A prescindere dalla tipologia di vettura che si guida, quest’ultimo si rivela un principio applicabile a tutti. Nessuno, proprio nessuno è esente dal pericolo. Autisti dei mezzi pubblici compresi, anzi, loro si portano cucita addosso una sorta di calamita capace di adescare ben più copiose reazioni di repulsione ed avversione che con una disinvoltura disarmante sanno sfociare in episodi di violenza.
In maniera più o meno consapevole, sembra quasi che lo status di lavoratore onesto e dignitoso debba essere tacciato di violenza, agli occhi di chi non ha un lavoro, o semplicemente, è incapace di guadagnarsi da vivere lavorando onestamente e allora ogni pretesto si rivela buono e giusto per dare libero sfogo a quel reattore di sentimenti altamente insani e malsani.
Quella che ha avuto luogo nel primo pomeriggio di oggi a Ponticelli è stata un’aggressione animata dalla chiara intenzione di ergersi a punizione.
Un’aggressione maturata, ancora una volta, ai danni di un conducente Anm, picchiato brutalmente mentre era alla guida di un bus.
L’episodio si è verificato intorno alle 14.30 lungo via Bartolo Longo all’altezza del lotto 0, su un bus della linea 195. Un cittadino aveva preteso di salire a bordo dell’autobus fuori fermata, tentando di far fermare il mezzo gesticolando e facendo segno al conducente di interrompere la corsa, ma, come da protocollo, l’autista non ha potuto bloccare la corsa, proseguendo sulla tratta da percorrere. Alla successiva fermata, il conducente ha notato un’automobilista che superando il mezzo e quasi bloccandone la tratta, ha fiancheggiato il bus e da quell’auto privata è sceso il cittadino che precedentemente voleva salire fuori fermata, aggredendo violentemente l’autista. Calci, pugni schiaffi e colpi al volto hanno tramortito l’anziano conducente che è stato successivamente soccorso dal personale sanitario di Villa Betania, mentre l’aggressore si è dato alla fuga.
Quell’autista ha osato opporsi alle “leggi di strada” per servire e privilegiare quelle che regolamentano il suo operato. Un genere di affronto che, secondo quel credo, non può essere tollerato. Va punito ed, ancora una volta, a suon di violenza.
L’ennesima scena di spaventosa follia estrapolate dalla realtà ordinaria.