“Visto che il presidente Renzi è impegnato a fare tante riforme chiedo al Ministro Pinotti di proporgli un cambio di denominazione del Ministero della Difesa, perché secondo il dettato costituzionale e guardando allo spirito delle nostre missioni di pace che portiamo in giro per il mondo con grande impegno sarebbe più giusto chiamarlo Ministero della Pace”. Non è solo una provocazione lessicale ma una lucida disamina di sostanza geopolitica quella proposta da Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, al Ministro della Difesa Pinotti, nel corso della cerimonia del Premio Napoli Città di Pace, che il Ministro ha ricevuto stamane all’Università Suor Orsola Benincasa.
Una proposta salutata con favore dal Ministro Pinotti che ha spiegato come l’idea del Cardinale Sepe “sia proprio un’interpretazione autentica di quello che sto cercando di portare avanti al Ministero della Difesa, perché la difesa non deve confondersi con la guerra, perché l’Italia non può fare né vuole fare alcuna guerra, ma nel contempo c’è bisogno di proteggersi e difendersi e l’azione delle nostre forze armate è tutta indirizzata a riportare la pace e l’ordine, a riportare la giustizia dove è stata sovvertita, con l’obiettivo di evitare omicidi di innocenti dove vengono perpetrati”. È per questo, ha evidenziato la Pinotti, che “mi fa molto piacere aver ricevuto questo premio, perché poteva forse sembrare paradossale premiare un Ministro che si occupa delle forze armate con un premio per la pace, ma si è capito che non è affatto paradossale perché le nostre forze armate operano proprio per la pace”
“I notevoli primati del suo ruolo strategico e riformatore in materia di difesa nazionale e internazionale, declinati “al femminile” in piena coerenza con un impegno al servizio della politica come forma più alta d’amore, che mette sempre al centro la tutela e la dignità della vita umana” sono le motivazioni del Premio Napoli Città di pace a Roberta Pinotti, prima donna nella storia della Repubblica Italiana a guidare il dicastero della Difesa.
Accanto al Ministro altri tre vincitori di grande prestigio per l’ottava edizione del Premio Napoli Città di Pace: il presidente della Biblioteca-Emeroteca Tucci, Salvatore Maffei, premiato “per la schiva generosità del suo sessantennale impegno di Maestro (involontario) di giornalismo militante e cultore della memoria, da circa mezzo secolo alla guida della Emeroteca-Biblioteca “Vincenzo Tucci”, tempio laico di studiosi e crocevia di incontri internazionali tra ricerca e cronaca, tra attualità e storia”, la regista ed autrice radiotelevisiva Loredana Rotondo, già capostruttura di Rai International e Rai Educational, premiata “per aver dato spazio, voce e visibilità, da veterana del servizio pubblico radiotelevisivo, alle nuove soggettività femminili con una assidua ricerca e una sperimentazione linguistica, tecnologica, contenutistica che ha saputo ‘rivoluzionare’ con un altro sguardo i palinsesti Rai, attraverso una molteplicità di progetti innovativi” e lo scienziato Marco Salvatore, direttore scientifico dell’IRCCS SDN e fondatore de “Il Sabato delle Idee”, premiato per l’eclettica capacità di intrecciare competenze specialistiche e passioni progettuali ai confini tra medicina, ricerca scientifica, diagnostica, didattica universitaria, alta divulgazione e mecenatismo culturale, sviluppando così una in-formazione ‘in rete’, volta a promuovere il valore delle idee”.
A premiare i diversi vincitori come da tradizione di sono alternati i rappresentanti delle diverse istituzioni organizzatrici del Premio Napoli Città di Pace: Lucio d’Alessandro, Rettore Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Giuseppe Blasi, presidente dell’UCSI Campania, Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Donatella Trotta, vicepresidente nazionale dell’UCSI e l’arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe.
“La scelta di figure di primo piano in ambiti così diversi, dalla ricerca scientifica alla televisione, dalla medicina alla politica – ha spiegato il Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, Lucio d’Alessandro, vicepresidente della Conferenza dei Rettore delle Università Italiane – è la dimostrazione di come lo spirito di questo Premio sia quello di guardare in maniera trasversale a chi sappia operare con un ‘supplemento d’anima’ nel proprio ambito professionale, perché oggi la migliore risposta alla crisi economica e alla paura del terrorismo può essere soltanto quella di moltiplicare impegno e passione civile ciascuno per le proprie competenze, portando la pace e il dialogo nell’esempio dell’azione quotidiana”.
La grande novità di quest’anno, nata in occasione dell’Anno giubilare indetto da Papa Francesco, è stata la nascita della sezione Testimone di Misericordia del Premio Napoli Città di Pace, volta a segnalare e premiare esperienze significative di impegno nel volontariato e nella solidarietà concreta sulle milleuno frontiere dei bisogni, non soltanto sociali. Il primo nome ad essere inciso in questa nuova sezione del Premio è quello dell’oncologa Immacolata Capasso, direttore della Divisione di Senologia Preventiva dell’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione Pascale”, premiata “per la solidarietà concreta del suo impegno di volontariato e di umanizzazione della medicina tra scienza, coscienza e fede, esercitata nella sua attività di oncologa e ricercatrice per la prevenzione dei tumori della mammella, sempre attenta alla salute delle donne e alla sensibilizzazione dei più giovani”.