L’intervista a Riina jr andata in onda su Rai uno, ospitata nel salotto di “Porta a Porta”, ha senza dubbio concorso a scrivere una delle pagine meno edificanti della storia, mediatica e non, del nostro Paese.
Un calderone di indignazione e sentimenti contrastanti ha animato le ore che hanno introdotto e susseguito la messa in onda della chiacchierata intervista, scatenando reazioni forti, soprattutto da parte di chi, in quella “sponsorizzazione della mafia” ha individuato un’elevata mancanza di rispetto nei confronti di chi, per mano di quel medesimo credo, ha perso dei familiari, rei di averla osteggiato a viso aperto.
A mettere un punto, incisivo e risoluto, alla vicenda ci hanno pensato “Le Iene” mandando in onda, durante la puntata di ieri, 10 aprile, un servizio volto a dare voce e risalto proprio a loro: i familiari delle vittime della mafia.
In tanti, probabilmente, ce lo siamo chiesti, nel corso di quelle ore, mentre Riina jr esibiva volto e parole sugli schermi della tv nazionale, ed, ancor più, nel corso dei giorni successivi, quali domande gli avrebbero rivolto proprio loro, i familiari delle vittime della mafia, piuttosto che un giornalista minacciato.
Le Iene hanno rotto gli indugi ed hanno conferito concretezza a quel pensiero, dando spazio e voce proprio alle loro domande, a quelle di fratelli, figli, familiari di persone che hanno speso la vita nella battaglia contro la mafia.
Seppur Riina jr si sia sottratto a quello “scomodo” confronto, probabilmente consapevole del “colpo basso” che quelle “note canaglie” avrebbero potuto tirargli, il risultato finale è più che apprezzabile, proprio perché accende i riflettori sulle voci e le anime che, nonostante tutto e a dispetto di tutto e tutti, sanno e vogliono ancora incarnare l’essenza più dignitosa ed orgogliosa della legalità.
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