La galleria Annarumma presenta la prima personale italiana dell’artista americano Nick Theobald .
La mostra che ha come titolo “Burn you Boat on Heaven’s Shore” è stata ideata dall’artista come riflessione sul tentativo di eliminare la tentazione di indietreggiare allo scopo di andare sempre avanti per vincere in battaglia. Idea questa, cara a personaggi come Alessandro Magno e il conquistatore spagnolo Hernán Cortés. Infatti il lavoro di Theobald si impernia sul concetto di “punto di non ritorno” considerandolo come altamente desiderabile invece di ritenerlo solo come una azione ipotetica.
Cresciuto principalmente a Singapore, l’artista è stato influenzato dalle filosofie orientali.
Usando la cera d’api come principale materia del suo fare arte, Theobald confronta l’esistenza umana con la stessa servitù disinteressata delle colonie di api. Le gocce di cera sia in orizzontale che in verticale servono ad attualizzare il ritmo del mantra, ritornelli sacri che aiutano la meditazione attraverso la ripetizione. La cera d’api serve anche fermare il processo di ossidazione nei suoi dipinti a base di ruggine e nelle sculture di lino, purificando la loro superficie con un “desiderio” d’oro che ha come fine l’immortalità. Opere come 01-6-015 (2015) esprimono la simmetria rigorosa e il simbolismo pittorico dei mandala tradizionali, ma allo stesso modo creano un aiuto meditativo nell’immaginare l’universo. Frattali si dissolvono in nubi più sottili di ammassi di stelle nello spazio profondo, il cui movimento è nello stesso esitante ma ancora caotico. La bolla d’aria occasionale che si divide in globuli più piccoli, vibra con una energia che offre allo stesso tempo un punto di ingresso e di messa a fuoco. Nei mandala tradizionali, questi spazi potrebbero essere riempiti con le divinità. Guardandoli l’osservatore può arrivare a concepire questi spazi o anche se stesso, come un microcosmo della galassia.
Quando Arthur Danto si disse d’accordo con la nozione di Georg Hegel secondo la quale l’arte contemporanea non è più asservita alla ritualità misteriosa dell’autorità religiosa, avendo abbandonato le relazioni simboliche per diventare uno strumento utile nelle mani dell’artista, costoro non avevano però considerato che l’artista può ancora desiderare di perseguire il proprio desiderio di relazionarsi con un ordine superiore. A differenza delle loro previsioni, Theobald quindi restituisce lo spirito alla sua “schiavitù” materiale verificando come la condizione umana possa progredire attraverso l’auto-moderazione ed il distacco dal passato.
Nick Theobald (b. 1986) è nato a Los Angeles ma è cresciuto spostandosi in diverse regioni dell’Asia. Attualmente vive e lavora a New York. Dopo aver sperimentato durante la sua infanzia diverse religioni come il cristianesimo e il buddismo, l’esplorazione compiuta da Theobald di temi quali il desiderio, la soddisfazione, la perdita e gli aspetti ciclici della natura, è stata influenzata da questa sua esperienza pluralistica. Il suo lavoro cerca un equilibrio karmico attraverso l’utilizzo di materiali naturali come la cera d’api ed il lino. Nick Theobald ha avuto mostre a New York, Los Angeles, Londra (UK), e Aarhus (Danimarca).