A tre giorni dall’ultima visita, ritorna a Napoli il premier Renzi. E, da come si apprende dagli organi si stampa, sembra lo faccia anche molto volentieri. Per motivi istituzionali, certo, ma soprattutto per dare una secca e doverosa risposta a chi, ha dissentito “manifestando” in modo da creare gravi disordini e serie problematiche all’ ordine pubblico. Esito della giornata di mercoledì : 14 poliziotti feriti.
« Se pensano di farci paura, hanno sbagliato destinatari» scrive Renzi all’indomani degli scontri sul lungomare di Napoli. E ancora «Mi hanno invitato a non entrare in questa città: come immaginate – conoscendomi – sono andato a Napoli ancora più volentieri: ho allungato il programma, aumentato gli impegni».
Ecco, una risposta da parte del capo del governo che , giustamente, non cede a nessun tipo di intimidazione.
«A volte occorrerebbe fermarsi un attimo e riflettere su ciò che sta accadendo» – afferma Giulio Catuogno, Segretario Generale Provinciale del sindacato indipendente di Polizia Co.I.S.P.. E continua : «Bisognerebbe vagliare i fatti e chiedersi il perché di determinate azioni. Non basta prendere posizione, irrigidirsi e sbattere i pugni. Occorre anche cercare di capire da cosa è generato il malcontento che sta implodendo in tutta la penisola, da nord a sud. Una riflessione del genere non annullerebbe di certo le manifestazioni di protesta, ma sicuramente le diminuirebbe numericamente o quantomeno ne eviterebbe il consueto degenerarsi in vere e proprie guerriglie urbane dove a rimetterci ci sono sempre gli uomini delle Forze dell’Ordine».
Alla vigilia del suo ritorno a Napoli il Premier Renzi ha voluto dare virtualmente un «abbraccio affettuoso e solidale agli agenti di polizia che sono stati lievemente feriti negli scontri»
«Un gesto – prosegue il Segretario del Co.I.S.P. partenopeo – apprezzabile, sicuramente. Una vicinanza che non va data per scontata. E per questo ringraziamo il capo del governo. Ma ci perdoni, il premier, se accogliamo la sua dichiarazione con un po’ di scetticismo e con le dovute distanze. Negli ultimi anni le forze dell’ordine sono state continuamente calpestate, maltrattate, bistrattate. Anche dall’attuale governo. E quindi non sarà difficile condividere i nostri dubbi, il nostro timore che quell’abbraccio del Premier possa trasformarsi ancora una volta nell’ennesima stretta al collo degli uomini in divisa».