Emergono nuovi dettagli dall’ordinanza del Riesame con la quale è stato confermato il carcere per Marco Prato, protagonista insieme al suo amico, Manuel Foffo del terribile omicidio del 23enne Luca Varani.
Dal provvedimento infatti sarebbe emersa «una personalità malvagia e crudele». Una personalità,come scrivono i giudici, «pronta ad uccidere nuovamente, potendosi presentare nuove facili occasioni, avendo i due colpito una persona a caso». Per i giudici dunque le motivazioni per mantenere in carcere Prato ci sono eccome, inoltre sembrerebbe, sempre secondo il parere dei giudici, che Marco Prato «non abbia tentato il suicidio».
Nel frattempo, durante l’ultimo interrogatorio, Foffo continua con nuove rivelazioni, nuovi dettagli da precisare, seppur in presenza di numerosi vuoti di memoria per la semi incoscienza in cui era piombato.
«Volevamo uccidere qualcuno», ha confermato il 28enne. Quindi è escluso un raptus, o una molla scattata al momento, bensì si è trattato di un macabro piano da portare termine. «Ho colpito Luca alla gola con un coltello, di taglio – ha detto Foffo assistito dall’avvocato Michele Andreano – E mentre lo facevo Marco mi accarezzava di sua iniziativa ».
Dalle motivazioni del riesame, inoltre, emergono nuovi risvolti. In particolare quelli raccontati agli investigatori da un’amica di lunga data di Marco Prato, Giorgia Lorenzin. Secondo lei, l’amico «è capace di crudeltà psicologiche, è sicuramente un manipolatore l’ho visto più volte utilizzare questa sua intelligenza e acume per ferire le persone in modo raffinato e sofisticato la sua capacità di sfruttare la dialettica spigliata è una delle sue forze, infatti poteva utilizzarla sia a suo vantaggio per tirarsi fuori da situazioni scomode, per far ridere, per attirare l’attenzione, per ottenere quello che voleva o come arma di difesa».
La ragazza avrebbe continuato a raccontare poi, che «Marco da un po’ di tempo aveva un profilo da donna su Tinder e Grinder, due app di incontri dove adescava etero, li faceva drogare, ubriacare, vedere film porno e poi ci faceva sesso orale». Fatti di cui l’amica risulta sicura perché «me li ha raccontati direttamente lui, Marco si vantava delle sue gesta, era motivo di orgoglio riuscire a conquistare tutti questi ragazzi».
Dalle carte del Riesame emerge anche l’efferata violenza dei due assassini che, con un coltello, hanno reciso la gola di Luca, e il pm, dopo aver ricevuto da Foffo la conferma delle sofferenze inflitte alla vittima (il coltello da cucina seghettato utilizzato, le martellate, i fili della tv usati per strangolarlo), aspetta ora dall’autopsia un’altra conferma. «Ho fatto una cosa bruttissima e sono pronto a pagare con l’ergastolo – ha aggiunto Foffo – ma Marco non provi a raccontare che lui non c’entra niente».