La Napoli violenta, quella che tiene banco per (de)merito delle baby gang che rivendicano e sottolineano una sfrontata e precoce predisposizione a delinquere, continua a macinare episodi che narrano di rapine, aggressioni, “malefatte” di vario genere.
All’episodio maturato qualche giorno fa a Capodimonte si addiziona l’ennesima vicenda macchiata di sangue, maturata la notte scorsa nel cuore del centro storico cittadino.
Quattro rapinatori minorenni, uno di 16 anni, due di 15 anni e uno di 14 anni, sono stati arrestati dal reparto a cavallo della Polizia di Stato nei pressi del bosco di Capodimonte, a Napoli, poco dopo un tentativo di rapina ai danni di un gruppetto di coetanei. L’episodio è avvenuto lo scorso giovedì: durante il tentativo di rapina uno dei rapinatori ha colpito al volto una vittima con un «tirapugni», per farsi consegnare il portafogli mentre gli altri sferravano calci e pugni. Gli agenti, in sella a due cavalli, sono stati avvertiti proprio dalle vittime, riuscite a scappare. L’episodio si è verificato in presenza di decine di persone che hanno assistito impassibili a quelle scene.
Un giovane, Emanuele P., di 18 anni, incensurato, è stato ferito con una coltellata al braccio destro la notte scorsa a Napoli.
È così che il giovane ha festeggiato il compleanno: mentre si trovava in Piazza Monteoliveto è stato avvicinato da un ragazzino che gli ha chiesto una sigaretta; quest’ultimo gli ha mostrato il pacchetto per fargliela prendere, ma il minorenne ne ha prese tre. Ne è nata una discussione nel corso della quale il 18enne ha ricevuto ceffoni e calci. È sopraggiunto anche un altro minorenne che ha spalleggiato il primo e successivamente un terzo armato di coltello ed il 18enne è stato raggiunto da una coltellata.
Il giovane è stato trasportato all’ospedale Loreto Mare ed è stato subito dimesso, giudicato guaribile in 10 giorni.
Un altro episodio al vaglio degli inquirenti, un altro episodio che sottolinea la sfrontata ed irriverente “guapparia” che contraddistingue l’operato delle baby gang: giovani aspiranti criminali, già inclini a sferrare colpi di brutale violenza per piegare le vittime alla “doverosa” obbedienza, per rivendicare la forza e la pericolosità di quella conclamata egemonia che li porta ad andare incontro ad un futuro che appare inequivocabilmente certo, in tutta la sua nitida ferocia.