Raffaele Migliaccio, in arte Raffaello, precursore di quel genere neomelodico che ha spalancato le porte ad una nuova era, musicale e non, all’ombra del Vesuvio, ritorna a far parlare di sé e non per le sue performance canore.
Il cantante, l’estate sorda, sparò contro un gruppo di pregiudicati perché gli avevano “rubato” il microfono e si rifiutavano restituirglielo: ora rischia il processo.
Il prossimo 20 maggio, il gup Barbara Del Pizzo, del tribunale di Napoli Nord, deciderà se rinviare a giudizio il cantante Raffaello. Raffaello è accusato di avere esploso alcuni colpi di arma da fuoco contro un gruppo di coetanei al culmine di un’esibizione in un ristorante di Teverola: ad avere la peggio, un cameriere del tutto estraneo alla vicenda. L’episodio emerse grazie alle indagini della polizia, coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Corona, indagini che riguardavano proprio le persone alle quali Migliaccio avrebbe sparato.
Mentre i pregiudicati che “istigarono” la reazione del cantante, infatti, finirono in prigione nel luglio scorso per reati connessi alla droga. Nel corso delle indagini sullo spaccio, e grazie alle intercettazioni, venne a galla l’episodio che avrebbe avuto per protagonista il cantante.
La storia fu ricostruita perché coloro ai quali Raffaello avrebbe cercato di sparare, stavano progettando un agguato ai suoi danni per vendicarsi. L’udienza preliminare, tenutasi questa mattina ad Aversa, si è conclusa con undici disposizioni di giudizio abbreviato, tra gli imputati diversi giovani imparentati con esponenti del capoclan Andrea Autiero di Gricignano.
Neomelodici e camorra: un’accoppiata che non di rado trova applicazione nella vita reale e che non manca d delineare scenari surreali.