È esistito un tempo in cui la musica house era la regina della notte.
Sontuosa, sfrontata, dirompente, irriverente regina.
Una house completamente e visceralmente diversa, rispetto a quella che viene propinata alla generazione danzante attuale.
Altri tempi, altre emozioni, altri miti.
Oggi è un giorno triste per i nostalgici cultori di quel modo di “fare house“, perché, stanotte, all’età di 59 anni, le mani del “Godfather of house music” hanno definitivamente smesso di mixare e partorire frammenti pregni della più sopraffina e pregevole espressione di quella musica house old style.
Frankie Knuckles non è il marchio di una linea di moda, ma il nome di un grande ed indiscusso protagonista della scena dance come deejay e produttore, ma con un’influenza che si allungò a toccare anche il mondo del pop e del soul. Debuttò, giovanissimo, fu ai leggendari Continental Baths di New York con un’altra icona della dance, Larry Levan, ma ottenne la grandissima popolarità solo spostandosi a Chicago, considerata la capitale della house music, anche grazie al suo stile, che combinava diversi generi musicali e non imponeva al pubblico in sala, come lui stesso dichiarò durante un’intervista: “ritmi in 4/4 a 130 beat al minuto, sempre con le mani su. Quello che invece pensano molti ragazzi che fanno musica house al giorno d’oggi.”
L’estro di Frankie, però, non si limitò ad esprimersi solo nei panni del deejay: nell’arco di un trentennio Knuckles aveva dato alle stampe circa cinquecento remix e pubblicato poco meno di una quarantina di singoli.
La sua canzone più famosa rimane “Your Love“, un autentico monumento, capace di essere riconosciuta anche da chi non frequenta minimamente il circuito dance.
Le cause della morte sono da ricercarsi nelle complicazioni legate al diabete, malattia della quale Knuckles soffriva da tempo e che nel 2008 gli aveva provocato l’amputazione di un piede. Ciò nonostante, Frankie, non aveva interrotto la sua “missione”, continuando, quindi ad esibirsi, portando il suo sound in giro per il mondo, affinché continuasse ad animare moto, passione e svago delle creature della notte.
Ed è per questo che, il miglior modo per ricordarlo è conferire eterno respiro all’essenza autentica perpetua ed indissolubile della sua anima, continuando ad iniettare la sua musica nell’aria.
Perché i miti, quelli come Frankie Knuckles, in realtà, non muoiono mai.