“In questi quattro anni ne ho sentite tante, sul perché o cosa scatta nella mente di una persona che decide per il gesto estremo, quale il suicidio. Io, che ho subito il suicidio di mio marito, non mi sono mai permessa di giudicare il suo gesto pur riconoscendo che NON è sicuramente LA SOLUZIONE. Posso dire che mi sono trovata, a volte nella condizione, anche se per poco, di capire perchè un uomo come Giuseppe e tanti, tanti altri uomini, possa decidere di farla finita.
Cari amici, purtroppo, ci si trova di fronte alla totale solitudine e abbandono, da parte delle istituzioni e ci si trova soli contro uno Stato, cieco e sordo. Ci si trova di fronte ad un sistema malato, il quale unico scopo è fare cassa!!! Un sistema che non tiene conto del danno gravissimo che almeno quattro governi, più quello attuale (il peggiore di tutti), hanno commesso. Un sistema che agevola solo cittadini… ALTRI. Oggi, sono quattro anni che Giuseppe, si è dato fuoco in quel parcheggio di via Nanni Costa, davanti a quegli uffici della commissione tributaria, che non gli diede scampo! E niente è cambiato!!! Speravo che il suicidio di Giuseppe, fosse l’ultimo, e che la sua morte non fosse una morte vana. Ma sono quattro anni che conto una media di 3/4 suicidi, tutti i giorni… una vera mattanza!!! Il numero dei suicidi dall’ inizio dell’anno 2016, è spaventoso, ma allo Stato, non importa nulla, visto che è lui, il colpevole numero uno!!!
Vorrei che non si dimenticassero queste persone, e se potete, evitate di giudicare… nessuno è immune!!!
CIAO GIUSEPPE
Una delle tante vedove di questa Italia maltrattata ed ignorata!!!”
La testimonianza più toccante ed eloquente apparsa in queste ore sul profilo facebook di Mauro Merlino. All’indomani dall’avvio dell’atto più estremo e vibrante della sua protesta civile, questa testimonianza, frutto del sentimento di una vedova generata dalla moderna disperazione che troppo spesso sfocia nel suicidio, ben illustra perché e soprattutto per chi Mauro Merlino sta combattendo e lottando per abbattere lo schermo di indifferenza erto da Equitalia.
Il disoccupato 46enne modenese, fu querelato per diffamazione da Attilio Befera, ex numero uno dell’ente di riscossione, dopo aver diffuso in rete un video nel quale affermava che Equitalia andrebbe denunciata per istigazione al suicidio.
Da quel giorno, la vita di Mauro è cambiata per sempre.
Mauro ha avuto la forza e il coraggio di avviare una protesta civile, acuta, lungimirante, caparbia e perfino estrema.
L’uomo, negli ultimi mesi, ha intrapreso uno sciopero della fame in forma di solidarietà per le vittime delle tasse e della crisi che troppo spesso cadono in miseria, fino ad arrivare a compiere gesti tanto estremi, quali il suicidio. Uno sciopero della fame che ha sensibilmente debilitato Mauro, dimagrito di circa una dozzina di chili.
Domani, 29 marzo 2016, presso il tribunale di Modena avrà luogo l’ennesimo atto di un processo voluto da Befera, ma di fatto mai partito, proprio perché quest’ultimo seguita a non presentarsi in aula.
Pertanto, per attirare l’attenzione pubblica e mediatica su quell’indifferenza, emblematica espressione del male che sta logorando questa società, Mauro, nelle prossime ore darà il via alla manifestazione più cruciale di quella protesta.
Mauro Merlino intende rimanere in piedi e con le mani legate dal 28 al 29 marzo, davanti al tribunale di Modena, a rappresentare quell’Italia che non vuole morire, nonostante tutto. Forte del supporto di numerose persone, prima del processo avrà luogo una marcia silenziosa, in memoria delle tante persone suicidatesi per i debiti e perché finite in miseria.
Se Attilio Befera non dovesse presentarsi, anche stavolta, in tribunale, Mauro Merlino intende rimanere lì, in piedi e con le mani legate, ad oltranza, fino a quando ne avrà la forza, continuando il suo sciopero della fame.
Quanto vale la vita di Equitalia per un uomo?
Lo scopriremo nelle prossime ore.