Colorate e sensuali. Ma anche suggestive e misteriose, un po’ surrealiste e un po’, modernamente, ‘etniche’. Spesso anche ironiche. Popolate da suonatrici dalla forte carica erotica ed esotici musicisti che animano concerti dove prospettive e proporzioni diverse e strani strumenti musicali, sempre per metà inventati, ci proiettano in una dimensione fantastica, dove dominano, insieme alla musica, armonia, bellezza e voluttà.
Sono cosi le 27 opere (pittura, tecnica mista) che l’artista e architetto Nicola Sannolo ha realizzato per le venti edizioni di Ethnos, festival internazionale di musica etnica, tra le più interessanti e originali manifestazioni musicali italiane, che ha ospitato tra gli altri grandi artisti come Khaled, Sakamoto, Bombino, Makeba, Namtchylak, Pontes, Mariza, in location tra le più suggestive di Napoli e del Miglio d’Oro.
I suoi manifesti, caratterizzati da una esplosione di colori e forme nate da un approccio creativo e ludico al tempo stesso, hanno colorato le strade di Napoli con le loro immagini a volte bizzarre e provocatorie, a volte accattivanti e sensuali, durante le edizioni del festival, e vengono ora presentati ‘in originale’, senza il lavoro tipografico. Caratterizzate da uno stile originale e immediatamente riconoscibile, ironiche e sensuali, provocatorie e a volte quasi astratte, le immagini hanno dato valore aggiunto ad una manifestazione già ricca di contenuti non solo musicali, ma anche culturali e civili.
Completano la mostra artworks realizzati per il DiVino Jazz Festival e per il Life Music Festival.
Le opere in mostra. Un fico d’India che diventa un altoparlante (PRICKLY PEAR), un oggetto a metà strada tra una nave fenicia, una lampada di Aladino e un mandolino (LAMPADANAVEMANDOLINO), uno strumento in cui un liuto e una futuristica chitarra elettrica si fondono formando una nuova entità che diventa anche paesaggio (STRANGE ETHNIC INSTRUMENT). O le lettere della parola mediterraneo che si sciolgono a formare un mare multicolore (MEDITERRANEO) e le figurine che sembrano fuggite via da
preistoriche incisioni rupestri, perché la musica etnica si lega alle radici più profonde e lontane della storia umana (ETHNIC WORLD). Il manico di una chitarra che si allunga su in alto in un cielo multicolore fino a raggiungere la luna (BEAUTIFUL CONCERT) o un albero, etnico ed extraterrestre allo stesso tempo, che fluttua su onde del mare che coesistono con dune di sabbia (ETHNIC TREE). E ancora, improbabili concerti in atmosfere surreali, dove prospettive e proporzioni diverse e strumenti musicali sempre per metà inventati suggeriscono una dimensione fantastica, dove dominano, insieme alla musica, bellezza e armonia (BEAUTIFUL CONCERT n.2).