Migliaia di agricoltori del sud, non solo siciliani, sono scesi in piazza giovedi 10 marzo alle ore 9,30 a Catania, per difendere l’agricoltura Made in Italy che rischia di perdere i prodotti simbolo: dalla arance ai mandarini, ma anche i pomodori, il grano, l’olio e il latte. Tutti alimenti sotto attacco delle politiche comunitarie, delle distorsioni di mercato e delle agromafie.
Non solo sicilia: dalla Calabria, sono partiti oltre 1500 agricoltori prevalentemente giovani. Insieme al Presidente Molinaro a rappresentare la Regione Calabria su delega del Presidente Mario Oliverio, impegnato per la visita del premier Renzi, c’è stato l’Assessore Francesco Russo.
Così ha avuto inizio la grande mobilitazione promossa da Coldiretti a difesa dei prodotti simbolo. La manifestazione prende il via nel giorno del via libera definitivo dell’Unione Europea all’accordo che consente l’ingresso senza dazi di 35.000 tonnellate di olio di oliva dalla Tunisia in più, che non aiuta i produttori tunisini, bensì danneggia quelli italiani ed aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori.
Proprio per questo hanno partecipato in via Sant’Euplio numerosi trattori e cartelli per chiedere: “subito l’etichettatura di origine degli alimenti” denunciando anche “chi attacca il Made in Italy attacca l’Italia“. Tra gli altri, hanno partecipato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ed il Ministro dell’Ambiente e Gianluca Galletti.
Sono stati anche allestiti stand per mostrare l’inganno del falso Made in Italy, per preparare la vera spremuta italiana e denunciare la strage delle arance ed anche una “collezione” dei più scandalosi prodotti agroalimentari con nomi che richiamano gli episodi, i luoghi e i personaggi delle Mafie che vengono sfruttati per fare un business, dal caffè mafiozzo bulgaro alla maffiasauce belga.
Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo intervenendo a Catania alla manifestazione degli agricoltori sulla crisi del settore, ha ricordato inoltre che “a essere colpiti pesantemente sono anche i prodotti della dieta mediterranea“.
Sono dunque danni economici e di immagine soprattutto nei mercati emergenti dove – come ha rilevato la Coldiretti – spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori. Dal falso vino Marsala della California a quello della Germania, ma non sfugge alla contraffazione neanche il pomodoro con la salsa siciliana realizzata in Svizzera o con una improbabile caponata prodotta negli Stati Uniti.