“Per lui l’omicidio era la soluzione che gli avrebbe garantito la libertà e una vita felice. Ha abusato dell’amore di Maria per farle un’imboscata. Mentre era avvolta dalle fiamme la ragazza era ancora cosciente. Per quanto riguarda il complice dell’omicidio, posso dire che ha agito solo con lo scopo di provare piacere nel distruggere la vita di un altro essere umano”, ecco cosa ha dichiarato il giudice Regina Alex durante il processo.
Aveva scoperto di dover diventare padre, ma non voleva accettarlo. Non voleva rinunciare alle comodità che aveva avuto sino a quel giorno, per questo motivo ha deciso di uccidere lei ed il bambino.
Maria Peiner, 19enne incinta, è stata portata in maniera ingannevole a salire sull’auto dell’allora fidanzato Eren Toben, al cui fianco sedeva il compagno di classe e complice dell’omicidio Paul Daniel Muller. La ragazza non aveva mai avuto bisogno di dubitare dell’amore del proprio ragazzo, per tale ragione, quando questi le aveva detto di voler andare a comprare qualcosa per il nascituro, lei non ha tentennato. Giunti in prossimità di un bosco alla periferia di Berlino hanno, dapprima, colpito con violenza Maria con un pezzo di legno, poi l’hanno accoltellata ripetute volte con un coltello per tagliare il pane. Non paghi, hanno, poi, cosparso il corpo di combustibile e gli hanno dato fuoco.
La ragazza ed il bambino che portava in grembo sono stati ritrovati carbonizzati il giorno seguente da un passante, che ha provveduto subito ad allertare le autorità competenti.
A pochi passi di distanza è stata ritrovata l’arma bianca sporca di sangue con le impronte dei due giovani.
La corte ha stabilito per loro 14 anni di reclusione.