Maestro della pittura del XX secolo, Pablo Picasso ha segnato la storia dell’arte con i suoi dipinti, sculture e litografie. L’artista spagnolo che si autodefiniva spesso anche poeta, era figlio d’arte, in quanto il padre lavorava come insegnante di disegno alla scuola di belle arti. Fu lui a consegnargli tavolozza e pennello, amici geniali per Pablo, sempre alla ricerca di una perfezione espressiva, tanto da dichiarare: “A dodici anni sapevo disegnare come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino”.
La sua ricca produzione formata da 20.000 opere, inglobò stili e modi di sentire diversi: dopo il realismo pittorico dei primi anni di lavoro, Picasso approdò al ‘periodo blu’, malinconico e volto alla descrizione dei ceti più umili della vita, di cui descriveva sofferenze e stenti; l’arrivo a Barcellona segnò invece la nascita del ‘periodo rosa’, colore del mutamento con cui immortalava nuovi soggetti quali acrobati, clown, sempre sulla scia della critica ironico-melanconica degli aspetti esistenziali, fino ad arrivare al Cubismo che descrisse con queste poche parole: “Io dipingo gli oggetti così come li vedo”.
Anche l’Italia condizionò il grande pittore, che avvicinatosi allo stile neo-classico, si cimentò in lavori che definivano corpi massicci e statuari. A Napoli Picasso arrivò nel 1917 ed insieme all’amico Igor Stravinsky, attraversò la nota galleria Umberto che attirava nella città, già capitale della musica, decine di artisti di fama internazionale. Stravinsky nel capoluogo partenopeo presentò una sua opera creata in collaborazione con Pablo Picasso. Di quei momenti napoletani, l’artista raccontò: “Si fece insieme delle gite a Napoli e là passammo alcune settimane in stretta compagnia. Entrambi fummo molto colpiti dalla Commedia dell’Arte, che vedemmo in una affollatissima saletta che puzzava d’aglio. Il solo altro episodio che ricordi della nostra vacanza napoletana fu il nostro arresto una sera mentre stavamo orinando contro una parete della Galleria”.
Pacifista, estroso, l’autore della Guernica, definiva la pittura come un gioco di spirito e a chi gli chiedeva come nascesse un’opera, il grande Pablo consigliava: “Se dipingete, chiudete gli occhi e cantate”, per ribadire il concetto che l’arte diventa benessere nell’espressione.
Genio creativo che fondò un movimento artistico, il cubismo, a causa di un’emicrania che lo avrebbe indotto a deformare i volti che dipingeva, Picasso morì in Provenza nel 1973, a 91 anni, lasciando un cumulo di opere d’arte in eredità al mondo, insegnandoci il valore della dissacrazione dell’uomo vuoto.