Ci sono molti punti oscuri sull’omicidio di Gloria Rosboch, l’insegnante di 49anni scomparsa a Castellamonte, nel torinese, lo scorso 13 gennaio e trovata morta la settimana scorsa in una discarica abbandonata a Rivara.
La professoressa Rosboch, 49 anni, insegnava ad alunni disabili a poche centinaia di metri da casa. Scompare il 13 gennaio, dopo aver detto ai genitori, con cui viveva, di dover rientrare a scuola per una riunione, che in realtà non era affatto prevista. Lascia a casa documenti e soldi. Così ha inizio il giallo, che vedrà tra i protagonisti una figura ambigua: quella di Gabriele Defilippi, 22 anni, ragazzo di cui si scoprirà si era invaghita la vittima, e fatta convincere a consegnare al giovane 187mila euro per investimenti in Costa Azzurra. Una volta presi i soldi, però, Gabriele si era dileguato. E lei, riaperti gli occhi, lo aveva denunciato per truffa.
Proprio imboccando questa pista, la Procura è arrivata alla soluzione del giallo. Specie quando è stato ritrovato il corpo senza vita della donna,in una cisterna in un bosco di Rivara, nel canavese. Così in manette è finito non solo Gabriele, ma anche l’amante di lui, Roberto Obert, 54 anni, e la mamma di Gabriele, l’infermiera Caterina Abbatista, accusata di aver fornito un falso alibi a Gabriele.
Ma chi è davvero Gabriele Defilippi ? Una personalità definita disturbata anche dall’avvocato difensore, un ragazzo che amava i travestimenti e aveva una decina di profili social, dove ogni volta cambiava nome e look.
Scavando nel passato del ragazzo, oltre la truffa di 187mila euro ai danni di Gloria, c’è anche una relazione con un’altra insegnante di 34 anni di Ceresole Reale, M.L., con cui Gabriele era stato fidanzato per qualche mese e che lasciò dopo aver scoperto che la donna non era ‘benestante’ come aveva creduto inizialmente.
Un ragazzo complesso, ambiguo, dal passato colmo di episodi allarmanti: secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Gabriele Defilippi avrebbe adescato altre donne sui social network e le ricattava dopo aver avuto con loro dei rapporti sessuali, chiedendo soldi per evitare la pubblicazione di foto compromettenti. Gabriele non lavorava, non studiava, ma il suo scopo era fare soldi facili da spendere in vestiti, acconciature, e serate all’insegna del divertimento.
Definito dalla Procura di Ivrea ‘disumano’, dai mille volti, confermato anche dalla storia sui suoi svariati profili social. Scriveva sul web, parlando di sé in terza persona: “Gabriele è un essere fuori schema, fuori ruolo, fuori controllo, fuori da tutto… Ero il tipico ragazzino che ha sempre detestato essere “uno dei tanti” e ho sempre cercato di diversificarmi il più possibile da ogni frontiera di conformismo”.
Il giovane era conosciuto a Castellamonte come «un tipo un pò eccentrico, che amava vestirsi in modo da farsi notare» raccontano in paese. A quanto pare sembra che non tutto, prima della truffa e del delitto, fosse solo un gioco.