A distanza di 22 anni, non ci resta che piangere, come cita un famoso titolo di un suo film, l’ineguagliabile Massimo Troisi, comico dei sentimenti e pulcinella sarcastico della sua terra, Napoli, città che portava dentro e tirava fuori ad ogni minimo riferimento.
Ricorre oggi l’anniversario della nascita di Massimo, che avrebbe compiuto, se fosse stato in vita, 63 anni. Dal 1994, data della sua morte, si sente ancora la mancanza di questo personaggio mai criticato, ma sempre apprezzato. Di lui gli amici dicevano: “Con Massimo sembrava sempre di trovarsi nella scena di un suo film, e infatti, inevitabilmente, arrivava un suo commento, sempre leggero ma lapidario, o una battuta folgorante che oltre a far riflettere scatenava una risata (nostra) e un lieve sorriso (suo)”.
Oltre l’artista traspariva l’uomo, la sua umiltà, un estro creativo mai ostentato, ma sempre messo a disposizione degli altri. Attore brioso, profondo, introspettivo, Massimo ha fatto della sua carriera, un’occasione di incontro col pubblico e con i suoi colleghi, con cui ha lavorato armonicamente in team. Dai compagni del trio ‘La Smorfia’, Enzo De Caro e Lello Arena, fino ad arrivare al premio Oscar Roberto Benigni e all’amico scomparso, Pino Daniele, senza escludere le sue muse ispiratrici, Francesca Neri, Giuliana De Sio, Maria Grazia Cucinotta, Massimo ha tirato il meglio che serbavano dentro, dando vita a collaborazioni lavorative tutte di successo ed ormai entrate a far parte della storia del cinema e della tv italiana.
Intuitivo nelle sue pellicole, melanconico, Troisi perse la vita a causa di un cuore che rumoreggiava nel suo petto fin da bambino. Subì un intervento ad Houston dove, grazie a una valvola, continuò a vivere. Se era preoccupato, i bene informati raccontano che non lo desse a vedere, al contrario minimizzava le ansie ironizzando la drammaticità.
Napoli e l’Italia omaggiano ininterrottamente Troisi, tanto che il capoluogo partenopeo da poco ha celebrato l’attore scomparso, con l’intitolazione delle scale che fanno da sfondo ad alcune memorabili sequenze di ‘Scusate il ritardo’.