Da più di 24 ore i 250 bersaglieri dell’Ottavo reggimento, inviati dal governo all’ombra del Vesuvio per arginare l’emergenza sicurezza, presidiano le strade di Napoli.
Lo scorso 4 febbraio il ministro Alfano partecipò al comitato, al quale erano presenti – oltre ai vertici delle forze dell’ordine – anche il procuratore generale della Corte di Appello di Napoli Luigi Riello con i capi delle Procure di Napoli, Napoli Nord, Torre Annunziata e Nola. Un summit durato diverse ore durante il quale inquirenti e investigatori fornirono al ministro il quadro più aggiornato e lucido di una situazione esplosiva, quella che ancor oggi è valida per capire i motivi che hanno portato ad una terribile escalation di violenza, omicidi e sangue. Nei giorni successivi, lo stesso Alfano preannunciò l’imminente messa in pratica del provvedimento che ha portato gli uomini dell’esercito a presidiare le zone calde della città, teatri di diverse faide di camorra. «È un piano complessivo – ha affermato Alfano – che si basa su cinque pilastri e del quale l’impiego di queste 250 unità costituisce una parte essenziale. Gli altri punti sono più sinergia e raccordo tra gli apparati investigativi coordinati dalla magistratura, più investigatori con il distacco di operatori dei reparti speciali Sco, Ros, Scico e Dia, più impianti di videosorveglianza, più efficienza nelle chiamate di emergenza anche grazie all’attivazione in Campania del Nue, 112».
I soldati quest’oggi hanno inaugurato la loro prima giornata di una missione che li vede impegnati su più fronti. La mattina precedente le aliquote hanno partecipato a un briefing operativo tenuto dal primo dirigente della Polizia di Stato Michele Spina, che dirige l’Ufficio prevenzione generale; una riunione operativa che ha consentito di fornire ai militari un primo quadro generale dei compiti, delle aree nelle quali opereranno e delle potenzialità criminali con le quali potrebbero trovarsi a confrontare. I militari opereranno in pattuglie composte da tre unità ciascuna a Scampia, Ponticelli, Bagnoli, Soccavo, ma anche lungo via Toledo e presso le stazioni delle metropolitane. Si muoveranno a bordo di «Defender», «VM» e blindati «Lince» armati di fucili mitragliatori. In quanto agenti di pubblica sicurezza potranno: identificare soggetti e procedere sia a perquisizioni personali che reali (auto, moto). Saranno in costante contatto radio con la centrale operativa del 113, alla quale potranno rivolgersi in caso di necessità.
L’uso delle armi sarà consentito solo in casi eccezionali: e dunque sempre nei casi di conflitto a fuoco e per legittima difesa. L’arrivo dei 250 bersaglieri – che vanno ad aggiungersi ai 157 militari dell’Esercito già operativi a Napoli nell’ambito del cosiddetto piano «Strade sicure» – servirà naturalmente a liberare uomini e recuperare unità delle forze dell’ordine finora impegnate nei cosiddetti servizi su strada. Non c’è una data che preveda il termine della missione, che avrà ragione di esistere almeno fino a quando la situazione della sicurezza a Napoli non tornerà nei suoi ranghi fisiologici.