“Altro che macina al collo, sono solo malati“: questa la frase postata sul proprio profilo Facebook, con riferimento agli omosessuali, e poi rimossa, da un sacerdote della provincia di Ragusa, Salvatore Vaccaro.
Il protagonista della vicenda, don Salvatore Vaccaro, è parroco nel piccolo comune di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, è stato proprio lui a postare sul popolare social network il commento subito dopo rimosso. Centrale nella storia anche il ruolo del vescovo Carmelo Cuttitta, ex ausiliare della diocesi di Palermo, che chiede scusa e incontra i rappresentanti locali dell’Arcigay: il presidente Emanuele Micilota e la vice presidente Jenny Cultrona.
Il vescovo, in una dichiarazione prende chiaramente le distanze definendo «il riferimento alla omosessualità come malattia in un post da parte di un sacerdote sono state quanto mai inopportune». «Sono io, come vescovo di questa Chiesa – aggiunge Cuttitta – a chiedere scusa a quanti si sono sentiti offesi e feriti per tali parole. Ogni persona umana va accolta per quello che è, ne deve essere tutelata la dignità e il rispetto profondo al di là di differenza di carattere, di colore della pelle e della propria identità sessuale».
Parole che fanno tirare un sospiro di sollievo, dopo aver appreso che ancora oggi nel 2016, esiste ancora chi etichetta l’omosessualità come malattia.
Monsignor Cuttitta, nel corso dell’incontro ha inoltre ricordato che: “la chiesa di Ragusa si è sempre distinta per l’accoglienza, la solidarietà, la carità concreta e l’apertura verso tutti senza distinzione di ceto, appartenenza religiosa, culture diverse e differenze sessuali”.
Dal canto suo, l’Arcigay ha ribadito “l’amarezza per un’affermazione, di chiaro significato omofobo, così pesante, che ha destato profonda sofferenza e indignazione non solo tra la comunità Lgbti Ragusana, ma in tutta la popolazione di Chiaramonte e della provincia”.
Prendendo atto al contempo, invece, delle “espressioni di rispetto e di apertura” da parte di monsignor Cuttita, “la cui risposta è stata di netta sconfessione delle parole del parroco, parole che – ha commentato Emanuele Miliciotta – crediamo debbano essere ribadite soprattutto a quanti, nel clero o nelle associazioni laicali, mantengono ancora una posizione di pregiudizio e di ingiustificabile discriminazione nei confronti delle persone Lgbti“.
Una posizione, quella di monsignor Cuttitta, che l’Arcigay di Ragusa auspica “possa diventare patrimonio di tutta la Chiesa e della comunità Iblea“.