Al Teatro Italia di Acerra l’amatissimo attore napoletano porta in scena una commedia dai risvolti ironici e drammatici, toccando tematiche attuali come le adozioni e del “vuoto legislativo” in Italia.
Il terzo appuntamento in calendario della Stagione Teatrale del Teatro Italia è firmato da Carlo Buccirosso che andrà in scena venerdì, alle ore 20, 45, con lo spettacolo “Una famiglia quasi perfetta”, scritto e diretto dallo stesso esilarante e bravissimo attore napoletano, coadiuvato da un cast di primissimo ordine come Rosalia Porcaro, Gino Monteleone, Davide Marotta.
Mentre il Parlamento Italiano ancora tutt’oggi, cerca di approvare leggi sulle unioni civili e adozioni gay, Buccirosso in questo spettacolo riesce ad essere estremamente attuale e concreto. Il tema della narrazione teatrale, infatti, è quello dibattuto e delicato delle adozioni, in una storia particolare, complicata dal disordine legislativo, dalla mancanza di una quotidiana tutela del cittadino, “unite alla presunzione di convenienza – che ormai regna nel nostro Bel Paese; cioè tutti siamo colpevoli di tutto, salvo prova contraria”.
Buccirosso è uno dei più straordinari caratteristi della tradizione napoletana e questa volta riesce a mettere in equilibrio la drammaticità di una trama che affronta uno dei temi più scottanti della nostra società come quello dell’adozione, con quell’ironia, quella farsa sottile e penetrante che rende tutto più umano e magari scontato ciò che non lo è. Particolareggiati inesorabili della nostra società “Una famiglia quasi perfetta” è ambientato in una tranquilla villetta residenziale, in un cui vive una pacifica famigliola. Al centro della storia un originale personaggio, il signor Salvatore Troianiello, interpretato proprio dall’autore, che dopo aver scontato una pena di 24 anni per l’uccisione della moglie a causa di un tradimento coniugale, si prefigge l’obiettivo di riprendersi la custodia di suo figlio, dato in adozione dopo il tragico evento. Le pretese del protagonista e del nuovo nucleo familiare adottivo generano due “fazioni” costrette a confrontarsi con interrogativi complicati e dai quali è difficile uscire.
“Lui è un affermato psicologo, lei un’insoddisfatta casalinga – spiega nelle sue note di regia Buccirosso – Sembrano vivere in apparente armonia assieme al loro figlioletto, adottato sin dall’età di sei anni, e che ora appare come il loro principale punto di riferimento. Tutto ciò fin quando un inaspettato evento arriverà a turbare la pace della loro esistenza. Il padre naturale dell’amato e coccolato pargolo piomba nel tepore delle mura della casa a recriminare la paternità di suo figlio. Il disordine legislativo e la mancanza di una quotidiana tutela del cittadino porteranno gli eventi sul precipizio di una normale tragedia quotidiana, cui la nostra spietata battaglia esistenziale ci ha ormai tristemente abituato”.