E’ stato arrestato a Roma su ordinanza del Tribunale di Palermo un sacerdote: Don Roberto Elice, con l’accusa di violenza sessuale su tre minori. Gli abusi risalirebbero a quando il prete operava nella parrocchia di Maria Santissima Assunta in via Perpignano.
E’ lo stesso prete, Roberto Elici, a confessare a una parrocchiana di “aver avuto un momento di debolezza” in quei giorni, riferendosi ad un pellegrinaggio. Adesso, per fortuna, il suo ‘momento di debolezza’ si è tradotto in arresto da parte degli uomini della squadra mobile di Roma.
L’accusa riguarda proprio gli abusi su tre minorenni, in particolare su due fratelli di 13 e 15 anni che frequentavano la chiesa. Secondo le indagini gli episodi sono proseguiti anche nella casa dei due ragazzini.
Il sacerdote, approfittando balordamente del rapporto di fiducia che si era instaurato con la madre dei minori – dicono gli investigatori – era diventato proprio un punto di riferimento per i due ragazzini, tanto da pagare il biglietto per un pellegrinaggio all’estero per uno dei due e fare loro diversi regali. La madre dei due ragazzi, dopo avere appreso da uno dei figli cosa fosse successo, ha finalmente denunciato il prete.
“Gli ho fatto troppo male nell’animo con i miei modi di amarlo e questo gli ha distrutto il cuore a poco a poco”, queste le parole di Roberto Elici, parole che non nascondono in alcun modo l’accaduto, e ammettendo così su whatsapp con la madre di due delle vittime, le violenze imposte ai suoi figli.
Così la donna è andata dagli investigatori e raccontando tutto. Don Roberto li avrebbe molestati sessualmente più volte, e tutto sarebbe cominciato durante il pellegrinaggio a Medjugorje.
Alla polizia il ragazzino ha raccontato che il sacerdote un pomeriggio in cui erano rimasti soli in stanza iniziò a toccarlo: “Io sono rimasto immobile, come paralizzato“. Sia lui che il fratello hanno ricordi precisi e dettagliati che coincidono con le “terribili confessioni” che don Roberto ha fatto alla madre.
“In cinque diverse occasioni tutte distanti l’una dall’altra“, le conferma il parroco alludendo ai momenti in cui ha commesso le molestie. “I troppi abbracci e il desiderio di ricevere affetto l’hanno fatto entrare nel caos – ha scritto alla donna riferendosi a uno dei suoi figli – e a me hanno fatto perdere la bussola“.
Nel frattempo l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, in una nota diffusa dall’Arcidiocesi, esprime profonda solidarietà alle vittime delle violenze subite e ai loro familiari e chiede loro perdono.
L’arcivescovo mostra al contempo forte dolore perché il fatto, “oltre a ferire la società umana, deturpa il volto di tutta la comunità ecclesiale e in special modo dei tanti presbiteri che quotidianamente e in modo silenzioso lavorano con dedizione e generosità sul territorio diocesano per il bene degli uomini e delle donne loro affidati”.