“Un milione di persone nelle 100 piazze italiane a favore della legge sulle unioni civili“. Questa la stima dell’Arcigay, riguardo la mobilitazione a favore del ddl Cirinnà.
Migliaia di persone in tutta Italia sono scese in piazza per sostenere le unioni civili. Lo slogan che ha accompagnato la mobilitazione scelto dagli organizzatori è “Sveglia Italia” per sottolineare il ritardo del Paese in materia di matrimonio egualitario.
Ricordiamo che tra i punti fondamentali della legge ancora in potenza ci sono non solo le unioni civili, ma anche la possibilità di adozione del figlio biologico di un membro della coppia da parte dell’altro, quella che viene chiamata stepchild adoption, e i diritti di reciproca assistenza tra cui la chiacchierata reversibilità della pensione.
Questa è una manifestazione trasversale che attraversa l’intero territorio nazionale. Da Aosta a Ragusa, passando per piccoli e grandi centri come Roma, Milano, Bologna e Napoli, manifestazioni in oltre 100 piazze italiane.
Una vera e propria esplosione di colori, dal nord al sud del Paese, intere piazze si sono adornate di palloncini, striscioni, bandiere arcobaleno. Ai cortei hanno preso parte i movimenti gay, ma anche ambientalisti, sindacati, circoli culturali, scout, studenti e semplici cittadini.
“E’ sicuramente la manifestazione più diffusa che la comunità gay abbia mai realizzato, anche perché raccoglie il sostegno di chi è esterno alla nostra comunità“, parole di Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center.”Questa piazza non si vuole contrapporre a nessuna piazza: rimaniamo stupiti di chi invece porta avanti iniziative non per dare diritti alle famiglie ma per chiedere di toglierli“, ha poi aggiunto Marrazzo riferendosi al Family Day del 30 gennaio prossimo, sostenendo che invece “vediamo un’apertura dal mondo cattolico“.
A tal proposito poi l’intervento dell’ex parlamentare Vladimir Luxuria “Questa è la piazza della speranza: che finalmente l’Italia rientri in quello spread, che non è sulle politiche economiche ma è sui diritti civili“, conclude poi dicendo che: “è arrivato il momento di avere una legge che riconosca il sacrosanto diritto di poter amare chi vogliamo e di poter aver un progetto di vita a due con chi vogliamo“.