Avrebbe ucciso Meredith Kercher, per questo è stato condannato a 16 anni di prigione. Parliamo di Rudy Guede: l’unico responsabile accertato del delitto della ragazza, che, dal carcere, ha deciso di rompere il silenzio e raccontare quella che è la sua verità su come andarono i fatti in quella maledetta notte del 1 novembre 2007, quando la giovane Meredith fu barbaramente uccisa.
Guede si è raccontato all’interno del programma ‘Storie Maledette’ mediante una lunga intervista realizzata dalla giornalista Franca Leosini, ma anche sul noto social network Facebook.
La sua versione di quanto accadde nella notte tra l’1 e il 2 novembre di 9 anni fa, Guede l’ha raccontata proprio durante la trasmissione Rai: «Se sono entrato in quella casa di via della Pergola la sera del primo novembre è solo perché mi ha aperto Meredith. Non perché mi sono arrampicato o mi hanno aperto Raffaele Sollecito e Amanda Knox». Guede ha quindi ripercorso quelle che sono state a suo avviso le fasi dell’omicidio. Ha detto di essere andato in bagno e di essersi messo ad ascoltare musica con le cuffiette, per poi sentire la voce della Knox che discuteva con Kercher la quale si sarebbe lamentata in precedenza per una questione di soldi. «Ho riconosciuto – ha spiegato – la voce di Amanda al 101 per cento. Poi ho sentito un urlo fortissimo mentre ascoltavo l’i-pod a volume altissimo. Una voce straziante». L’ivoriano ha anche parlato la presenza nella villetta di via della Pergola di un uomo del quale non ha fatto il nome.
“Sono fuggito perché avevo paura che non mi avrebbero creduto” ha spiegato Guede, prima di ribadire la sua posizione anche su Facebook: “Non sono io a dire che le indagini sull’omicidio sono state condotte in modo disdicevole. Sono i giudici della Cassazione. Io non sono l’unico colpevole dell’omicidio di Meredith. Sono l’unico condannato. Perché i ragionevoli dubbi contano solo per alcuni e per qualcun altro no?”
E’ bene sottolineare che l’ivoriano detenuto nel carcere di Mammagialla ha aperto un profilo gestito dal Centro per gli studi criminologici di Viterbo. Un centinaio di like, qualche decina di commenti, un paesaggio collinare come foto copertina e i link agli articoli che parlano di lui. “Perché non aspettare che la trasmissione sia finita piuttosto che diffidare la Rai dal mandarla in onda? – ha scritto Guede – Laddove ce ne fosse bisogno e se ne riscontrasse l’ipotesi, chi oggi chiede la diffida potrebbe tranquillamente denunciarmi per diffamazione. Ma dovrebbe ascoltare prima quello che anche io ho da dire”.
Così come hanno fatto, e continuano a fare, Raffaele Sollecito e Amanda Knox, adesso anche il terzo protagonista di questa tragica vicenda ha iniziato a raccontare la propria versione dei fatti: ”Da oggi inizio a raccontarvi la mia storia” , con queste parole esordisce sulla bacheca della sua pagina ufficiale.